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Giustizia per un azionista di Veneto Banca: verrà risarcito con gli interessi

L'uomo aveva investito 14mila euro in azioni di Veneto Banca su suggerimento di Banca Apulia, ora incorporata da Intesa San Paolo, non sapendo che non ci fosse alcuna garanzia sulla restituzione del capitale investito.

Nei giorni scorsi è stata emanata una importante ordinanza per i consumatori italiani con la quale ha condannato al risarcimento del danno, in favore di un risparmiatore associato dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, la Banca Intesa San Paolo, società incorporante per fusione Banca Apulia, per la vendita di azioni Veneto Banca.

Era accaduto che il risparmiatore, persona priva di esperienza finanziaria alcuna, avesse investito i propri risparmi, 14mila euro, su suggerimento della allora Banca Apulia, nella quale riponeva la massima fiducia, in azioni della Veneto Banca, ignaro della reale natura delle stesse e dei rischi connessi.

Al consumatore, infatti, non era stato spiegato che si trattava di azioni illiquide che non prevedevano garanzia alcuna di restituzione del capitale e delle modalità e difficoltà (successivamente divenute, per quanto concerne i titoli Veneto Banca, impossibilità) di vendita. E così, proprio per difetto di informazione, il Tribunale ha riconosciuto il diritto del risparmiatore al risarcimento del danno.

L’avvocato Graziuso: “Sentenza storica che considera gli interessi a partire dalla data dell’investimento”

“Per quanto concerne la triste vicenda degli investitori Veneto Banca, stiamo facendo la storia – afferma soddisfatto Emilio Graziuso, Presidente dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” – Lordinanza aggiunge, infatti, un importante e fondamentale tassello al mosaico giurisprudenziale che stiamo, faticosamente, costruendo in materia. Dopo aver ottenuto, infatti, la prima sentenza in Italia che ha condannato la banca per la vendita di azioni della banca Veneta, i nostri associati hanno riportato altre numerose vittorie, grazie alle quali sono riusciti a tornare in possesso dei propri risparmi“.

L’ordinanza rappresenta, però, rispetto al passato una svolta importante per i consumatori coinvolti nelle vicende di risparmio tradito. “Con la recente pronunzia, la banca è stata condannata oltre al risarcimento del danno in favore del risparmiatore pari all’intero importo del capitale investito, a corrispondere anche gli interessi dalla data di corresponsione all’effettivo soddisfo. Ciò vuol dire che, nel caso di specie, il risparmiatore avrà diritto agli interessi a partire dal 2012″.

Graziuso ha poi sottolineato che questa sentenza rappresenta a tutti gli effetti una novità importante in quanto nelle precedenti sentenze simili l’Autorità Giudiziaria aveva riconosciuto gli interessi solo a partire dalla data di inizio del procedimento processuale.

Purtroppo, queste procedure sono, spesso, lunghe e prevedono vari passaggi prima che sia promosso il processo, – conclude l’avvocato Graziuso – basti pensare, ad esempio, alla fase di reclamo e poi al successivo tentativo di mediazione o alla procedura dinnanzi all’Arbitro per le Controversie Finanziarie. Il riconoscere gli interessi dal momento dell’investimento è per la nostra Associazione una questione di giustizia sociale

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