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Governo GB, Boris Johnson sempre più solo: si dimettono altri 4 ministri

Non si placa la tempesta intorno al governo britannico di Boris Johnson. Dopo la raffica di dimissioni dei giorni scorsi questa mattina altri 4 ministri hanno deciso di lasciare l’esecutivo: si tratta del ministro per l’Irlanda del Nord, Brandon Lewis, del ministro per la sicurezza, Damian Hinds, di quello per la Scienza, George Freeman, e della ministra del Tesoro, Helen Whately.

Prima di loro avevano deciso di mollare il sottosegretario al Tesoro, John Glen, la viceministra alla Giustizia responsabile per le carceri britanniche, Victoria Atkins, il viceministro per gli Standard della Scuola, Robin Walker, il viceministro responsabile finora del dossier della Famiglia e dell’Infanzia, Will Quince, la ministrial aide (un gradino meno del sottosegretario) ai Trasporti, Laura Trott. E infine ieri si è aggiunto l’addio da parte di due ministri senior: il cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, e il ministro della Salute, Sajid Javid. Ad oggi il totale delle defezioni nell’esecutivo del governo britannico è salito a quota 11.

La lenta e inesorabile caduta dell’esecutivo GB dopo l’ennesimo scandalo sessuale

L’ex responsabile del dicastero per l’Irlanda del Nord, Brandon Lewis, ha motivato le proprie dimissioni asserendo che dopo lo scandalo sessuale che ha coinvolto Chris Pitcher, ex vicecapogruppo (poi costretto alle dimissioni) del Partito conservatore alla Camera dei comuni accusato di aver palpato due uomini dopo essersi ubriacato, rappresenta una situazione “oltre il punto del non ritorno“. “Non posso sacrificare la mia integrità personale per difendere le cose come stanno adesso“, ha aggiunto Lewis, sottolineando che il partito conservatore e il Paese “meritano di meglio“.

Va ricordato che non si tratta del primo scandalo a sfondo sessuale che travolge il governo: prima di Pitcher il deputato conservatore Neil Parish si era dimesso dopo aver confessato di aver guardato materiale pornografico alla Camera dei comuni.

Boris Johnson
Sajid Javid, ex ministro della Salute

Ma Johnson non molla: “Non mi dimetto, ci sono questioni importanti da affrontare”

Secondo le indiscrezioni unanimi dei media britannici Johnson non avrebbe nessuna intenzione di gettare la spugna nonostante le  sollecitazioni ricevute da una parte dei suoi ministri, circa una mezza dozzina, alla luce dei contraccolpi dello scandalo Pincher e dell’ondata di dimissioni nella compagine Tory.

Anche la ministra dell’Interno, Priti Patel, super falco del governo Tory annoverata finora tra i lealisti irriducibili di Boris Johnson, avrebbe chiesto in serata al premier di dimettersi, di fronte alla crisi provocata dai contraccolpi dello scandalo Pincher e dall’ondata di dimissioni nella compagine.

Il premier britannico tira dritto ed esclude la possibilità di elezioni anticipate

Il premier, dal canto suo, ha fatto sapere che non intende lasciare di fronte “alle questioni enormemente importanti” che il Paese deve affrontare, riporta la Bbc. Ieri ha ribadito di voler resistere per far sì che il suo governo “vada avanti” nel proprio lavoro e e prosegua “ad attuare il programma” nonostante la raffica di dimissioni. Inoltre durante un’audizione di fronte al coordinamento bipartisan dei presidenti di commissione della Camera dei Comuni ha escluso categoricamente la possibilità di elezioni anticipate: “Non credo che nessuno le voglia in questo momento” di crisi globale, ha affermato. “Credo invece che noi dobbiamo andare avanti, servire gli elettori e affrontare le priorità che stanno loro a cuore“.

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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