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I cartoni animati per l’infanzia: rischi, opportunità educative ed inclusione

Partendo dal presupposto che i cartoni animati di oggi sono totalmente differenti da quelli di un tempo, chi più e chi meno, in base alle concessioni e alle restrizioni dei propri genitori, ogni individuo è cresciuto guardando la televisione e sognando immergendosi in un cartone animato.

Molti adulti si domandano se i cartoni animati sono un’opportunità o un problema per i bambini e la risposta è che è importante avvicinare un bambino alla visione di questi programmi fin dall’infanzia, ma deve essere fatto e gestito in maniera corretta.

Infatti, secondo il parere degli esperti, i cartoni animati possono presentare un grande potenziale per la crescita e lo sviluppo cognitivo dei bambini, sempre che questi non vengano intrattenuti “parcheggiandoli” davanti allo schermo.

Numerosi sono ormai i canali televisivi ed i programmi per i bambini e, secondo alcune ricerche, tra gli adulti sembra essere sempre più condivisa l’idea di lasciare il bambino da solo davanti allo schermo della televisione o di altri oggetti tecnologici (quali computer, tablet, smartphone, etc.). E in questi casi, in genere, gli adulti ne approfittano per dedicarsi ad un momento di relax o portando avanti dei lavori domestici.

Bisogna inoltre premettere che non si parla di programmi televisivi dannosi o da evitare, ma è importante che gli adulti ne facciano un uso consapevole per il bene dei più piccoli. Vediamone i possibili rischi e gli aspetti educativi che potrebbero derivare dalla visione dei cartoni animati.

Quali sono i rischi da valutare?

Sono sempre più variegati i contenuti per l’infanzia che vengono oggi trasmessi sui canali dedicati ai più piccoli, ma gli esperti hanno individuato alcuni rischi derivanti dalla visione di questi:

  • Una difficoltà del bambino nel comprendere da solo il contenuto di quanto sta osservando;
  • Una difficile gestione degli stati emotivi del bambino;
  • Un’alterata percezione del tempo e dello spazio;
  • L’esposizione ad una lunga sequenza di spot pubblicitari durante la trasmissione.

Per questi motivi sembra essere così importante la presenza dell’adulto mentre un bambino guarda un cartone animato, anche uno dei programmi più semplici, per aiutarlo nella comprensione ed accompagnarlo ad una corretta assimilazione dei contenuti.

L’adulto avrà quindi il compito di spiegare al bambino la forma di ciò che sta guardando o motivargli ed aiutarlo ad avere chiari eventuali concetti difficili, come ad esempio il tempo e lo spazio.

Inoltre, un altro aspetto di rischio che è stato considerato dai ricercatori è il mondo del mercato, in cui il proprio cartone preferito esce dai confini dello schermo per entrare a far parte della vita quotidiana del bambino sotto forma di gadget di ogni genere: dai giocattoli all’abbigliamento, all’alimentazione, e così via.

Tutte dinamiche che gli esperti considerano importanti sull’influenza dei bambini, che spesso sono studiate a tavolino per puro scopo commerciale.

cartoni animati

Le opportunità e gli aspetti educativi dei cartoni animati

Il gioco è un’attività fondamentale per un bambino, così come lo sono i cartoni animati. Questi ultimi, infatti, offrono anche opportunità significative per i bambini, tra questi vi sono ad esempio: la semplicità del linguaggio ed un supporto nell’incremento e nello sviluppo delle doti linguistiche, i temi legati ad ogni episodio (rapporti di amicizia e di affetto, la collaborazione, la risoluzione di problemi, l’importanza della famiglia, etc.). Sono tutti aspetti che aiutano i bambini a crescere, facendoli immedesimare nei contenuti.

E le potenzialità educative dei cartoni animati potranno diventare ancora più significative se l’adulto ne parlerà con il bambino, concentrandosi – possibilmente in maniera leggera e giocosa – sul messaggio, sugli aspetti positivi e quelli negativi che i piccoli hanno visto. Si potrebbe quindi chiacchierare con il bambino alla fine di ogni puntata, puntando ad esempio sul ricorso delle immagini, sulla capacità di rappresentare le emozioni, sull’identificazione nei personaggi delle storie e sull’arricchimento linguistico.

In sostanza, i cartoni hanno il potere di trasmettere al bambino, in modo semplice, emozioni e valori in modo animato, contribuendo inoltre ad arricchire il suo repertorio linguistico.

I cartoni animati “inclusivi”

Un ulteriore aspetto di grande rilevanza che si è verificata in questi ultimi anni, è stato l’arrivo del primo cartone animato inclusivo per bambini affetti da disabilità.

Al Festival “Cartoons on the Bay” fu presentata un’iniziativa avvincente – prodotta da Animundi e Punti di Vista – che consisteva in una serie di cartoni animati di Rai YoYo, adatta a tutti i bambini, quindi compresi i bambini non vedenti, non udenti e affetti da autismo.

La serie “Lampadino e Caramella nel Magiregno degli Zampa”, è stato il primo cartone animato al mondo davvero accessibile ad ogni bambino. Nello specifico:

  • Per i bambini non udenti era presente l’interprete LIS (Lingua Italiana dei Segni),
  • Per i bambini non vedenti fu introdotta la presenza di un narratore,
  • Per i bambini ipovedenti la facilitazione era dovuta dal disegno semplice ed essenziale dei personaggi e dell’ambiente,
  • Per i bambini affetti da autismo era prevista l’assenza di elementi di disturbo e la presenza di personaggi facilmente individuabili.

Un cartone animato rivoluzionario di tutto rispetto che si è distinto per la sua forte valenza pedagogica, trattando temi di inclusione, rispetto ed uguaglianza.

Conclusioni

I cartoni animati sono strumenti essenziali per la crescita e lo sviluppo di un bambino, così come lo sono il gioco e la lettura.

Come per ogni cosa vi sono dei possibili rischi da affrontare, ma allo stesso tempo è anche possibile sfruttare le potenzialità derivanti dalla visione dei cartoni animati.

Gli esperti sostengono che gli adulti possono agire su tre dimensioni per sfruttarne queste potenzialità: in primis, la scelta del cartone animato da mostrare al bambino (considerando: l’età del bambino, la chiarezza e la comprensibilità delle storie, la capacità di divertire). Dedicare un po’ di tempo al commento di ogni puntata che si è vista con il bambino (descrizione del personaggio preferito, collegamento alle proprie esperienze quotidiane, sviluppo della capacità critica del minore). E infine il gioco, per rendere un cartone animato educativo lo si potrebbe trasformare in uno stimolo iniziale per avviare nuove attività (disegnare i particolari del cartone che hanno colpito maggiormente, immaginare un finale alternativo).

I cartoni animati sono elementi ormai radicati nella nostra cultura, che vanno però padroneggiati in maniera consapevole per ottenerne dei benefici. È importante che questi programmi arricchiscano l’esperienza dei bambini, favorendone il dialogo in famiglia e promuovendone un approccio critico e creativo.

Il compito dei cartoni è quello di intrattenere e stimolare la fantasia di ogni bambino con divertimento, abbattendo il muro del pregiudizio e della discriminazione. E, per tale motivo, molti sono coloro che sperano in un aumento di cartoni animati inclusivi, in modo che nessun bambino venga escluso da questa attività.

Valeria Glaray

Valeria Glaray

Laureata in Servizio Sociale ed iscritta alla sezione B dell’Albo degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte. Ha un particolare interesse per gli argomenti relativi alla psicologia motivazionale e per le pratiche terapeutiche di medicina complementare ed alternativa. Amante degli animali e della natura.

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