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Il tribunale di Firenze blocca i licenziamenti Gkn

Una battaglia vinta da GKN. Il tribunale del lavoro di Firenze ha bloccato i licenziamenti collettivi del 9 luglio, avvenuti nei confronti dei 422 con una stringata e-mail.

I giudici hanno dato ragione ai lavoratori Gkn e ai sindacati che avevano impugnato il procedimento di licenziamento per procedura non regolare. L’iter adottato dalla Melrose Industries ha infatti violato l’articolo 28 dello statuto dei lavoratori, con comportamenti antisindacali.

Il tribunale ha accolto il ricorso della Fiom, rappresentato dagli avvocati Andrea Stamaccia e Franco Focareta, ritenendo che la proprietà ha violato senza dubbio l’articolo 28 in quanto non ha dato il necessario preavviso ai lavoratori. Nello specifico, i giudici hanno condannato Gkn “a mettere in atto le procedure di consultazione e confronto “previste dall’articolo 9 parte prima del Ccnl e dall’accordo aziendale del 9 luglio 2020″.

Cosa dice la sentenza a favore di GKN

Il giudice del lavoro Anita Maria Brigida Davia, scrive “è configurabile un’evidente violazione dei diritti del sindacato, messo davanti al fatto compiuto e privato della facoltà di intervenire sull’iter” della procedura di licenziamento. Pur non essendo in discussione la discrezionalità dell’imprenditore rispetto alla decisione di cessare l’attività di impresa (espressione della libertà garantita dall’art. 41 Cost. ), nondimeno la scelta imprenditoriale deve essere attuata con modalità rispettose dei principi di buona fede e correttezza contrattuale, nonchè del ruolo e delle prerogative del sindacato

Gkn, prosegue il giudice, “nel decidere l’immediata cessazione della produzione ha contestualmente deciso di rifiutare la prestazione lavorativa dei 422 dipendenti (il cui rapporto di lavoro prosegue per legge fino alla chiusura della procedura di licenziamento collettivo), senza addurre una specifica ragione che imponesse o comunque rendesse opportuno il suddetto rifiuto, il che sicuramente contrario a buona fede e rende plausibile la volontà di limitare l’attività del sindacato“.

Quanto al rispetto del ruolo del sindacato stesso – spiega il giudice appare significativa la chiusura di 24 ore per ‘par collettivo’, concordata con motivazione rivelatasi successivamente pretestuosa e artatamente programmata per il giorno successivo a quello fissato per decidere la cessazione di attività, in modo da poter comunicare la suddetta cessazione ai lavoratori e al sindacato con lo stabilimento già chiuso”.

Non si impedisce un nuovo licenziamento ma si guadagna tempo per interventi governativi

Di fatto la sentenza ha messo in discussione la procedura non la possibilità per l’azienda di licenziare. Lo scenario che si prospetta adesso è quello che vedrà Melrose ricominciare a licenziare con la procedura corretta.
Nel frattempo però il governo avrà il tempo di intervenire con un decreto sulle delocalizzazioni. E si riapre uno spiraglio per applicare alla Gkn la legge Todde-Orlando, finora inapplicabile in quanto non retroattiva.

Il tempo a disposizione potrebbe permettere l’emanazione di un
decreto urgente
che venendo incontro al collettivo di fabbrica potrebbe allungare i termini di scadenza della procedura dei licenziamenti collettivi, portandoli da 75 a 260 giorni.

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Valentina Roselli

Laureata in Scienze Politiche, giornalista, ha iniziato come cronista per importanti testate nazionali e locali, ha collaborato con alcuni periodici di attualità occupandosi di politica ed è stata direttrice editoriale del quotidiano "Notizie Nazionali". Negli ultimi anni ha lavorato come ghostwriter e ha collaborato ad inchieste giornalistiche di attualità per radio e tv online.

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