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Manovra 2023: nodi cruciali aiuti alle famiglie, pensioni e caro bollette

Quella che si appresta ad affrontare il Governo sarà una manovra attenta a “famiglie e imprese, con particolare attenzione ai redditi bassi“. Lo ha affermato Giorgia Meloni, che questo pomeriggio presenzierà la seduta in Consiglio dei ministri che avrà all’ordine del giorno il dibattito sulla prossima legge di bilancio. Sarà una manovra da 32 miliardi di euro e due terzi delle risorse, circa 21 miliardi in deficit, saranno destinati a tutelare le famiglie e le imprese dal caro-energia.

Al centro del vertice, secondo quando emerso dal summit di maggioranza del 18 novembre scorso, ci saranno inoltre il taglio del cuneo rafforzato fino a 3 punti per i redditi bassi, superamento della legge Fornero con una soluzione ‘ponte’ che vincola quota 41 al paletto dei 62 anni di età, una stretta sul reddito di cittadinanza per la quale si valuta anche il possibile taglio dell’assegno.

I punti principali della manovra

  • SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE – È previsto l’incremento dell’assegno unico familiare (la proposta è di raddoppiare da 100 a 200 euro la maggiorazione per i nuclei con 4 o più figli e di garantire 100 euro in più per i figli gemelli) e un intervento sui congedi familiari. Si cercano anche fondi per poter rendere strutturale il finanziamento dei centri estivi.
  • AIUTI CONTRO IL CARO BOLLETTE – Gli aiuti coprirebbero i primi tre mesi del 2023: dovrebbero essere confermati lo sconto benzina, il bonus sociale ed i crediti di imposta, che pero’ si vogliono portare dal 30 al 35% per le piccole attività commerciali. Possibile anche che salga dal 40 al 45% quello per le imprese. È allo studio anche un fondo unico di supporto al fabbisogno energetico, da gestire con aiuti selettivi.
  • PENSIONI, QUOTA 41+62 PER UN ANNO – La soluzione individuata per il 2023 è una quota 41 con il paletto di 62 anni.
  • RIDUZIONE DEL REDDITO DI CITTADINANZA – Sul Reddito di cittadinanza si cambia, anche se la discussione è ancora in corso. L’ipotesi allo studio è di toglierlo agli occupabili (con una fase transitoria di 6 mesi), mentre sarebbe in corso in queste ore un ragionamento anche sulla possibile riduzione dell’assegno. L’aiuto resterà per i poveri, su cui si valuta una lotta ai “furbetti” del reddito.
  • CUNEO GIU’ DI 3 PUNTI PER I REDDITI BASSI. Sul cuneo si va verso una replica del taglio di 2 punti per i redditi fino a 35mila euro (che costa 3,5 miliardi), mentre il taglio sarà incrementato di un altro punto, fino a 3 punti, per le fasce più fragili, quelle con un reddito inferiore a 20mila euro. Dovrebbe andare tutto a sostegno dei
    lavoratori.
  • FLAT TAX – Sulla flat tax resta al momento confermato l’aumento della soglia (da 65 a 85mila euro) per autonomi e partite Iva, mentre sembra perdere quota l’ipotesi di introdurre anche una flat tax incrementale. Per i dipendenti invece si studia la riduzione della tassazione sui premi di produttività.
  • RIDUZIONE DELL’IVA – Quello dell’azzeramento o taglio dell’Iva su pane, pasta e latte è un tema ancora oggetto di valutazione. Ci sarà invece la diminuzione dell’Iva sui prodotti della prima infanzia, dice il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giovanbattista Fazzolari (FdI).
  • TETTO AL CONTANTE – Dal primo gennaio sale da 2mila a 5mila euro.
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