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Papa Francesco contro il suicidio assistito: “La vita è un diritto, non la morte”

La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta e non somministrata. È quanto afferma Papa Francesco durante un’udienza nel corso della quale ha affrontato il tema del suicidio assistito. Non è un caso che abbia deciso di parlarne proprio questa mattina: oggi pomeriggio la legge sull’eutanasia tornerà alla Camera e i parlamentari saranno chiamati ad esprimersi sugli oltre 200 emendamenti presentati.

Secondo il Pontefice dovere di tutti, compreso quello delle istituzioni, è quello di “accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio“. “Ricordo – prosegue il Papa – che va sempre privilegiato il diritto alla cura e alla cura per tutti, affinché i più deboli, in particolare gli anziani e i malati, non siano mai scartati. È un diritto la vita e non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti“.

L’appoggio alle cure palliative

Il Santo Padre ha poi espresso il proprio appoggio alle cure palliative condividendo con i cristiani due considerazioni. Nella prima afferma che la morte è inevitabile e proprio per questo motivo, dopo aver fatto tutto il possibile per curare una persona malata, è da considerarsi immorale l’accanimento terapeutico.

La seconda considerazione invece riguarda la qualità della morte, del dolore e della sofferenza: Papa Francesco ringrazia la medicina per l’aiuto fornito attraverso l’utilizzo delle cure palliative, che permettono a ogni persona di percorrere l’ultimo tratto di strada della propria esistenza nel modo più umano possibile.

suicidio assistito
Papa Francesco

“Disumano accelerare la morte degli anziani, sono il tesoro dell’umanità”

Nella parte finale del suo discorso ha puntato l’attenzione su un problema sociale diffuso e che riguarda gli anziani: “Tante volte si vede, in un certo ceto sociale, che agli anziani che non hanno dei mezzi gli danno meno medicine di quelle di cui hanno bisogno e questo è disumano“. Il Pontefice ha sottolineato come le persone in età avanzata siano depositari della nostra saggezza e per questo motivo vanno curati come un “tesoro dell’umanità” perché spingerli verso la morte non può considerarsi né umano e né cristiano.

Infine ha concluso l’udienza con una frase carica di significato e dolcezza: “Accarezzare un anziano ha la stessa speranza che accarezzare un bambino perché l’inizio della vita e la fine è un mistero sempre“.

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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