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Ramones, oggi festa per i 40 anni del primo live con una nuova produzione

Il primo live album dei Ramones festeggia il suo 40esimo anniversario in una nuova versione, con il suono rimasterizzato ed esteso e con tre concerti inediti dello stesso tour. Originalmente registrato a Londra nel capodanno 1977 e finalmente pubblicato come doppio album nel 1979, It’s Alive: 40th Anniversary deluxe edition (etichetta Rhino) sarà disponibile dal 20 settembre. Prodotto in edizione limitata e numerata di 8000 copie, il cofanetto 4CD/2LP 180 grammi si presenta in un libro con copertina rigida. Le note di copertina sono scritte dal leggendario produttore e musicista Steve Albini e da Ed Stasium, il quale ha prodotto e assistito It’s Alive e rimasterizzato tutta la musica inclusa nella raccolta.

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E’ la prima volta che viene pubblicato su vinile negli Stati Uniti. Prendendo il nome da un film horror del 1974, It’s Alive è l’ultimo album in cui compaiono tutti e quattro i membri della band: Dee Dee Ramone, Joey Ramone, Johnny Ramone e Tommy Ramone. Fondati nei primi anni 70 a New York, furono indubbiamente tra le band Punk americane più importanti. L’approccio musicale dei Ramones fu qualcosa di mai sentito prima: brani molto veloci, durata massima 3 minuti, testi che raccontavano di disagio giovanile, droga e la vita di chi sente escluso dai giri che contano.

Dei disadattati/sfigati insomma e loro non hanno mai fatto nulla per non confermarsi tali. Anche nella breve durata delle loro vite. In un certo senso anticiparono il Punk inglese che poi scoppierà poco dopo(Sex Pistols, The Clash e compagnia). I loro nomi originari erano: John Cummings (chitarra), Thomas Erderlyi (batteria), Douglas Glenn Colvin (basso) e Jeffrey Ross Hyman (voce). Abbandonarono presto i loro cognomi originari per assumere, tutti, lo stesso cognome d’arte: Ramone. Da qui The Ramones.

Ramones

Il nome lo inventa Dee Dee, il bassista. È un fan dei Beatles e scopre che, a inizio carriera, Paul McCartney si registra negli alberghi come Paul Ramon.
Da qui l’idea di chiamarsi Dee Dee Ramone. Gli altri diventano Joey Ramone, Tommy Ramone, Johnny Ramone. All’inizio della loro carriera si spacciano per fratelli, qualcuno ci crede, presto viene scoperta la verità.
Ma per sempre saranno i fratelli Ramones, i fratelli del Punk.
Generalmente, chi è alle prime armi inizia suonando reinterpretazioni di gruppi già famosi. Ma le capacità tecniche dei Ramones erano talmente limitate da rendere impercorribile questa strada. Suonarono dunque, sin dall’inizio, brani scritti da loro stessi ed adatti ai loro limiti, con testi spesso autobiografici, divertenti e privi di significati politici. Il rigetto del passato, la volontà di dar vita a qualcosa di nuovo, prese piega in loro: i Ramones introdussero un “anti-look” che, diventò a sua volta un originale look, composto da giubbotti di pelle, t-shirts aderenti, jeans strappati e scarpe da tennis, che sembrava, nel suo aspetto caricaturale, burlarsi di tutto e di tutti.

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Ma la dissacrazione fu maggiore dal punto di vista strettamente musicale; con le parole di Tommy: “Abbiamo trasportato il suono del rock in un mondo psicotico e lo abbiamo concentrato in una sottile linea di energia. Nell’epoca del Prog Rock , con le sue complessità e i suoi contrappunti, noi avevamo una prospettiva di non-musicalità e di intelligenza che prendeva il sopravvento sull’abilità musicale“. Si trattava, tuttavia, non tanto dell’irrisione della tecnica musicale (cosa che fecero invece i Sex Pistols), ma piuttosto del deliberato rifiuto di un certo tecnicismo che, nei primi anni 70, diventava fine a se stesso a discapito di quello che a volte non riesce con esso a conciliarsi: la ribelle spontaneità giovanile, l’immediatezza comunicativa, la volontà di divertire e divertirsi. Le prime canzoni dei quattro erano caratterizzate da pochi accordi inquadrati in un “muro” di chitarra distorta, una sezione ritmica pulsante, pochissimi “abbellimenti”, e dalla voce avvolgente, davvero molto particolare, di Joey Ramone.

Carlo Saccomando


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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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