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Ristori, addio ai codici Ateco: nuovi criteri e estensione platea? L’intervista

Nonostante la crisi di Governo che domina chiaramente la scena parlamentare di questi giorni, vi é un altro argomento che sta tenendo banco e che riguarda inevitabilmente il contesto economico, altro punto dolente del nostro Paese. Al Mef si continuano a susseguire le riunioni che hanno lo scopo primario di pensare ai nuovi aiuti da fornire, in tempi rapidi, all’economia. Ad esempio sul fronte ristori, che darà poi il nome al nuovo decreto, l’idea che si sta seguendo é quella di cambiare rotta rispetto al 2020, stiamo parlando in primis dei criteri che talvolta hanno visto l’esclusione di alcune attività dagli aiuti di Stato a causa dei paletti troppi rigidi.

Tra le novità primarie che dovrebbero vedere la luce nel nuovo decreto ristori vi é l’addio al parametro delle perdite di aprile, che dovrebbe essere sostituito da una base di calcolo semestrale (primo semestre 2020), o annuale, questo permetterebbe ovviamente di ampliare la platea degli aventi diritto. Altra novità fondamentale sarà l’uscita di scena dei codici ATECO, al fine di estendere i sostegni non solo a quanti hanno chiuso, ma anche a quelle attività che hanno visto fortemente ridurre il proprio fatturato a causa delle restrizioni imposte dalle regole anti-Covid. Nella nuova platea potrebbero, finalmente, rientrarvi anche i professionisti.

Su queste possibili novità migliorative per il 2021, abbiamo deciso di parlarne con Vincenzo Butticèportavoce regione Lombardia Fiepet Confesercenti (Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici)e Presidente del Comitato ‘ristoratori uniti’ , che ci ha rilasciato questa interessante intervista in esclusiva in cui spiega di essere rincuorato dal fatto che finalmente, giacché le loro rimostranze sull’inefficacia dei ristori proseguono da marzo, qualcosa stia prendendo la giusta direzione per un cambiamento necessario.

Decreto Ristori, Via codici Ateco e ampliamento platea: soluzione giusta?

GENTILISSIMO VINCENZO BUTTICÈ COSA NE PENSA DI QUESTE MODIFICHE POTENZIALI CHE POTREBBERO DARE VITA AD UN NUOVO DECRETO RISTORI, LE PARE CHE L’ELIMIZAZIONE DEI CODICI ATECO E DEL PARAMETRO DELLE PERDITE COSÌ STRINGENTE POSSA EFFETTIVAMENTEPORTARE AD UN AMPLIAMENTO DI PLATEA E DUNQUE A CREARE UN SOSTEGNO MAGGIORMENTE IN LINEA CON LE VOSTRE RICHIESTE?

Che I conti non tornano, lo diciamo da marzo, Si lo diciamo da marzo “Il come è più importante del cosa”. Le dico solo che paradossalmente il settore si sta convincendo che “si stava meglio quando si stava peggio”

Il settore ristorativo attraversa una fase molto pericolosa e rischiosa per due ragioni , una congiunturale ovvero l’imposizione  del fermo attività o il condizionamento  del -50% della produttività, sia sotto l’aspetto temporale sia in termini di ricettività;  il secondo,  il settore è stato, da sempre, regolamentato in modo estemporaneo ed immediato, privando gli imprenditori di visioni strutturali e programmatiche, privando gli imprenditori di futuro; la ristorazione italiana è orfana di  una legge quadro, è sempre stata considerata  “la cenerentola” con storture del sistema in ambito fiscale, risorse umane, logistiche e igienico sanitarie. Queste modifiche potrebbero essere un primo passo.

VOI AVETE SEMPRE SOSTENUTO L’INEFFICACIA DELLE MISURE CONTENUTE DEL DECRETO RISTORI SIA QUANTITIVAMENTE CHE QUALITATIVAMENTE, QUALI SONO LE MANCANZE PIÙ GROSSE?

In realtà dovremmo chiamarli correttamente, ovvero indennizzi, Perché abbiamo sempre affermato e documentato che non sarebbero stati sufficienti i “ ristori” ?

Le questioni sono due:

  1. Punto di pareggio come principio cardine;
  2. Il periodo usato come determina dei ristori (aprile)

Sin dall’inizio abbiamo richiesto di assumere come riferimento il punto di pareggio delle aziende al netto dei costi variabili. Sui costi variabili, quello delle risorse umane è stato affrontato con l’istituzione della cassa integrazione in deroga. Questa richiesta (punto di pareggio) si è poi rilevata usata sia in Francia sia in Germania ed in altri paesi europei ma in Italia , i nostri decisori non l’hanno mai voluta ascoltare, eccetto qualche tiepida riflessione manifestata il 19 gennaio sul Il Sole 24 ore.

Dl Ristori, superamento codici ATECO, apre a nuove prospettive? L’intervista

QUINDI LEI DICE SE VI AVESSERO ASCOLTATO DI PIÙ I RISTORI SAREBBERO STATI FIN DA SUBITO PIÙ EFFICACI?

La scelta di procedere, non ascoltando le tantissime richieste presentate e documentate da #farerete e Fiepet, ha aumentato lo stato di incertezza e di precarietà nel settore, perché tali “ristori” sono insufficienti per coprire i costi fissi, tant’è che moltissime aziende stanno impiegando, per evitare la morte, le risorse economiche ricevute con i finanziamenti, quindi strutturalmente deviando il fine del finanziamento  generalmente utile per pianificare investimenti mirati, questa stortura crea un circolo vizioso pericoloso ovvero castra l’imprenditore della possibilità di valutare e vagliare investimenti per rilanciare la propria azienda.

Sulla gestione economica, i costi “beni di terzi” cui gli affitti hanno un peso significativo per le aziende ristorative, avevamo chiesto che i crediti d’imposta fossero immediatamente esigibili e cedibili a terzi, o la possibilità straordinaria di ritrattare i contratti, ed in considerazione che per causa di forza maggiore è stata compromessa in modo significativo la libertà d’impresa sarebbe stato opportuno rimediare a questa falla presente nel sistema economico dell’azienda ristorativa che viene bloccata nella produzione ma continua ad imbarcare in modo costante i costi fissi in egual misura di quando è in condizione di produttività ordinaria.

CI SPIEGA MEGLIO QUESTO PRIMO PUNTO?

Guardi l’equazione è molto semplice (ricavi)  0 – (costi fissi) 100 = -100  (ricavi) 50 – (costi fissi) 100= -50 A questo punto è elementare comprendere che le aziende della ristorazione sono state messe in condizioni di accumulare esposizione debitoria.

QUINDI, SE HO CAPITO BENE, SIETE SODDISFATTI DI QUESTA NUOVA APERTURA NEI CONFRONTI DI UN PERIODO TEMPORALE CHE NON CONSIDERI SOLO LA PERDITA DI FATTURATO DI 1 MESE, MA PRENDA IN CONSIDERAZIONE UN ARCO TEMPORALE PIÙ LUNGO?

Certo, Aprile, per la ristorazione commerciale e tradizionale è sempre stato un mese di transizione, quindi assumerlo come punto di riferimento per il ristoro è un’ingiustizia. Vogliamo paragonare Aprile con maggio e giugno ?

Abbiamo  chiesto sin da marzo , seguendo il principio del decisore, di assumere un intervallo di tempo di almeno tre mesi, nel caso specifico quando ci sono stati concessi i “ristori” chiedevamo aprile-giugno; ovvero media di periodo ricavi 2019 – media di periodo ricavi 2020 = – 90% medio.

La logica vorrebbe, un principio chiaro e universale, “ avendo imposto la chiusura da marzo a maggio” le misure a sostegno i “ristori” avrebbero dovuto impattare sui costi fissi in modo da evitare l’emorragia economica “ perché se fermi la produzione e non blocchi i costi fissi anche un bambino di 10 anni intuisce il risultato negativo, e avendo “ per causa di forza maggiore” imposto di rimodulare la produttività aziendale, in verità snaturando l’impresa nei suoi assetti ed equilibri economici, indennizzi in modo puntuale e preciso questo cambio di regole.

Le regole del mondo della ristorazione italiana, falla strutturale, sono sempre state orientate dalle logiche tampone e mai da logiche organiche e sistemiche. Queste falle strutturali già presenti nel precovid, il nostro “cigno nero” ovvero il covid ne ha accelerato ed evidenziato tutte le precarietà e tutta l’insostenibilità del sistema.

SECONDO LEI COME SAREBBE POSSIBILE USCIRE DA QUESTE FALLE STRUTTURALI TIPICHE DEL SETTORE DELLA RISTORAZIONE ED USCIRE PIÙ FORTI POST COVID?

Iniziamo sfatando i tre Tabù dell’impresa ristorativa tradizionale

  • PRIMO TABÙ: LA RISTORAZIONE ITALIANA ERA SANA E PERFORMANTE PRIMA DEL COVID
  • SECONDO TABÙ: MEGLIO IL DITO DELLA LUNA!!!
  • TERZO TABÙ: LA RISTORAZIONE NON HA BISOGNO DI VISIONI E DI FUTURO VIVE DEL QUI ED ORA

Dobbiamo dunque oggi più che mai, dato anche il contesto attuale, continuare a sfruttare l’unica occasione per riscrivere le regole di settore utili  per rilanciare la ristorazione ovvero  visione, sostenibilità, organicità e sistematicità. Altrimenti anche superato il Covid i problemi resteranno per l’intero settore, che sarà ancora più in difficoltà data la ‘batosta’ subita.

Ringraziamo Vincenzo Buttice, per il tempo dedicatoci e per questo interessante confronto.

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Erica Venditti

Erica Venditti, classe 1981, dal 2015 giornalista pubblicista. Dall'aprile 2012 ho conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.

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