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Save The Children, in Italia 1 minore su 7 vive in povertà assoluta

Per Save The Children l’Italia “Non è un paese per bambini“. Negli ultimi 15 anni in Italia sono oltre 600mila i minori in meno e sono aumentati di un milione quelli che vivono in condizione di povertà assoluta. Questi sono alcuni dei dati più preoccupanti che emergono dalla XII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio, approfondimento che fotografa la condizione dei minori in Italia. Il report è stato presentato a pochi giorni dalla Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che si celebrerà il prossimo 20 novembre.

La povertà assoluta, sottolinea l’organizzazione, ha visto una crescita continua negli ultimi 15 anni ed ha registrato una lieve frenata solo nel 2019 con l’entrata in vigore del reddito di cittadinanza. Poi, nel 2020, con l’arrivo della crisi innescata dalla pandemia, la corsa della povertà assoluta è ripresa, e su una platea di 3 milioni di individui beneficiari del reddito di cittadinanza, 753 mila sono minorenni. Il Covid ha acuito la crisi educativa e le diseguaglianze economiche, sociali e geografiche in cui vivono i minori.

L’Italia a rischio estinzione di minori

Va sottolineato che nel Belpaese gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati da scarsi investimenti nell’istruzione, in particolare nei servizi alla prima infanzia e nel tempo pieno. L’organizzazione no profit coglie l’occasione per lanciare un grido d’allarme alle istituzioni italiane nel quale denuncia il serio “rischio di estinzione” per l’infanzia e chiede “un urgente un cambio di rotta a partire dal Pnrr“.

Nel 2020 in Italia i bambini e i ragazzi che vivevano in condizioni di povertà senza accedere a beni e servizi essenziali erano il 13,7% del totale, ossia 1 minore su 7. Con l’arrivo della pandemia molte famiglie hanno vissuto un crollo drastico del reddito disponibile, l’incidenza della povertà ha raggiunto livelli mai registrati dagli inizi di questa misurazione e la contrazione della spesa media delle famiglie con figli, anche del ceto medio e alto, nel 2020, è stata abbastanza generalizzata.

Nel report è stata riportata la mappa che mostra quali sono regioni hanno la maggior incidenza di povertà tra gli under 18, dalla quale emergono forti disuguaglianze territoriali: ad esempio se nel 2020 in Trentino Alto Adige la stima era dell’8%, meno di 1 minore su 12 in povertà relativa, in Campania e Basilicata era del 34%, e riguardava cioè 1 bambino su 3.

povertà Italia

Aumenta la percentuale di giovani che abbandona gli studi

Un altro dato preoccupante è quello inerente i giovani che hanno abbandonato la scuola prima di ottenere il diploma: quando è scoppiata la pandemia erano già il 13,3%, con punte nel Mezzogiorno del 16,3%, ma il rischio è che questa percentuale sia ulteriormente aumentata nel 2021.

Save The Children stima inoltre che tra gli effetti di medio periodo dell’assenza di opportunità ci sia il fenomeno dei NEET (Not in Employement or in Education or Training), un acronimo ormai noto che indica i giovani tra i 15 e 29 anni che non studiano, non lavorano né sono impegnati in alcun tipo di formazione. Si teme che la percentuale di NEET potrebbe anche aumentare in questi anni, un vero e proprio segnale d’allarme, visto che già prima della pandemia l’Italia deteneva questo triste primato in Europa: 23,3% la media in tutto il territorio, con un picco del 32,6% nel Mezzogiorno.

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Norbert Ciuccariello

Classe 1976, fondatore del quotidiano web nazionale il Valore Italiano e del quotidiano locale Torino Top News. Oltre a ricoprire l'incarico di editore e giornalista pubblicista è un imprenditore impegnato nel settore della moda e della contabilità.

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