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Scuola, anche nella primaria l’allievo è al centro

La scuola primaria: lo stato dell'arte, le criticità e le proposte.

Abbiamo iniziato nell’articolo precedente, seguendo una traccia ricavata dal Rapporto Bianchi 2020, un percorso che ci permetterà di dare uno sguardo nel cantiere “scuola” per cogliere lo stato dell’arte. Riteniamo anche che la parola “cantiere” sia in questo caso un termine molto appropriato perché il sistema scolastico rappresenta una realtà in continua evoluzione, in quanto in continua evoluzione è l’attività pedagogica che sta alla base del precitato sistema.

Tra l’altro di questo cantiere vogliamo in particolare esaminare le fondamenta per valutarne la solidità. Se dovessimo trovare dei punti deboli nelle fondamenta sarà nostra cura evidenziarli per contribuire a rendere l’edificio solido e sicuro.

Stato dell’arte

Il primo elemento interessante da rilevare, per quanto riguarda la scuola primaria, è che essa è presente in modo consistente sul territorio italiano, seppur con diversi modelli di impostazione. Questa diversità è la conseguenza sia di un Regolamento (quello del 1997, il 275), che riconosce la flessibilità, sia di leggi e ordinamenti precedenti e successivi.

È opportuno in questa sede però richiamare il Testo Unico del 16 aprile 1994, n.275, perché è il documento legislativo che ha introdotto il modulo organizzativo ufficiale: tre docenti su due classi oppure quattro docenti su tre classi. Il modello prevede anche una flessibilità del tempo scuola, che va dalle 27 alle 32 ore comprensive, queste ultime, dell’insegnamento della lingua straniera.

La appena richiamata impostazione è stata ulteriormente modificata con il decreto del Presidente della Repubblica (il n.89/2009), che ha delineato la nuova organizzazione didattica e professionale della scuola primaria, indicando un modello imperniato sulla figura di un docente di riferimento, che prende il nome di tutor, per ogni classe. Questo schema organizzativo non esclude la possibile presenza di altri docenti cui possono essere affidati settori più limitati di insegnamenti curricolari.

Il testo legislativo sopra citato non esclude neppure una certa autonomia progettuale, idonea a consentire all’istituzione scolastica ulteriori forme di utilizzazione delle competenze professionali degli insegnanti presenti nell’ambito dell’organizzazione funzionale d’istituto.

Un’ultima annotazione: con riferimento agli insegnanti: nella scuola primaria non esiste una struttura “per cattedra”. Tutti gli insegnanti sono in teoria in grado di insegnare le diverse discipline indicate nel curriculum obbligatorio, esclusa la lingua inglese, per la quale sono richieste specifiche competenze. In questo contesto, accanto ai docenti di materie specifiche, si deve collocare l’insegnante di sostegno, che interviene per rispondere alle esigenze riscontrate nella classe.

Le criticità

L’impostazione prevista dai testi legislativi permette con una certa facilità l’individuazione di qualche debolezza dell’istituzione scolastica. Da quanto abbiamo illustrato si ricava che nelle classi della primaria sono chiamati ad operare più docenti che devono costruire in via preliminare percorsi integrati di insegnamento. Questo comporta la capacità professionale al lavoro di gruppo, con tutte le competenze specifiche che questo lavoro richiede.

Su questo punto specifico ancora oggi dobbiamo rilevare che esistono difficoltà per un lavoro comune di preparazione degli interventi didattici. Manca nei docenti una preparazione ad hoc. Anche da un punto di vista organizzativo, è necessaria un’impostazione che dia certezza per quanto riguarda i tempi. Spesso si registrano carenze in questo ambito. Non è tra l’altro marginale sottolineare che tutte queste attività organizzative vanno impostate e gestite con le famiglie e con gli enti locali, che sono coinvolti direttamente anche per una serie di servizi. Si pensi in questo caso alle mense scolastiche e ai trasporti degli alunni.

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Un esempio di ambiente scolastico (Twitter)

Le proposte

Di fronte alle criticità esposte nel precedente paragrafo, si possono individuare almeno tre proposte operative per contribuire alla soluzione delle criticità.

Innanzitutto deve essere compiuto un investimento sulle risorse umane. Se ai docenti si chiede un lavoro di gruppo per creare “una comunità professionale fondata sul senso di appartenenza, identità condivisa, responsabilità della casa comune, gioco di squadra”, è indispensabile una appropriata formazione o un puntuale aggiornamento delle competenze. Ancora una volta si deve puntare sulla formazione e sull’aggiornamento dei docenti, ai quali non si chiede solo una preparazione collegata alle discipline da insegnare, ma anche una capacità di gestire il lavoro di gruppo.

In secondo luogo si rende indispensabile un riesame dei profili professionali di tutti i docenti a disposizione della scuola (organico curriculare, organico di sostegno, organico di potenziamento). L’obiettivo di questo lavoro è quello di riorganizzare i gruppi di lavoro del sistema, secondo la logica dell’equipe pedagogica, al fine di permettere una più mirata programmazione delle azioni di individuazione, personalizzazione, recupero e potenziamento.

In terzo luogo, dopo aver iniziato una serie di interventi sulle attività degli operatori presenti negli istituti, si rende necessaria una rivisitazione di tutti gli spazi della scuola, in quanto essi devono diventare degli ambienti di apprendimento, ambienti cioè idonei a sviluppare al massimo le potenzialità di ciascuno. A questo proposito vale la pena di ricordare che è assai importante che siano ricercati anche spazi alternativi ed integrativi al di fuori della scuola.

Tutta la città, il borgo, il quartiere può trasformarsi in una comunità educante, in cui gli allievi vengono accompagnati alla conoscenza della realtà che li circonda. Sotto questo punto di vista, qualora i programmi didattici siano troppo vasti ma nel contempo generici e teorici, è bene che essi siano ridotti e i tagli favoriscano la trattazione di argomenti legati alla realtà concreta della comunità che nella scuola primaria è inserita.

Prof. Franco Peretti
Esperto di metodologie formative

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Franco Peretti

Professore ed esperto di diritto europeo

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