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Smartphone si arriverà a vietarli per legge ai minori di 14 anni? Effetti come droga

Una delle tematiche che da sempre dividono i genitori nella vita così come sui social concerne l’utilizzo degli smartphone da parte dei propri figli, corretto lasciare libero uso agli adolescenti, under 14, o troppo rischioso a causa di effetti collaterali derivanti da un’ eccessiva esposizione?

Manfred Spitzer, neuropsichiatra tedesco e autore di ‘Demenza digitale’ lo dice da sempre, la formazione digitale é assurda, si passano troppe ore dinanzi al display, sul cervello di un adolescente in crescita gli effetti sono pari a quelli delle droghe. Il Quotidiano.net ha intervistato il professore sulla questione ed effettivamente quanto ne é emerso é davvero molto interessante e potrebbe portare ad un bel dibattito. Attualmente vi é un senatore di Forza Italia Andrea Cangini che ha proposto di vietare per legge in Italia l’utilizzo degli smartphone agli under 14.

Smartphone giusta la proposta di legge di Cangini di vietarli agli under 14?

Per il Professor Spitzer era davvero ora che si affrontasse questa discussione legislativa sacrosanta, anche perché ormai i rischi e gli effetti collaterali dell’uso dello smartphone sono noti: “Esso interferisce con le basi neurobiologiche, con lo sviluppo psicosociale e fisico. Gli effetti sulla salute, soprattutto dei ragazzi é dannoso. Si rischiano la miopia, l’obesità, disturbi muscoloscheletrici, insonnia, ipertensione, diabete di tipo II, danni alle coronarie, ictus, ansia, dipendenza, demenza”.

Poi aggiunge quasi provocatoriamente, proprio per evidenziare quanto sia grave che nessuno si decida a fare niente per limitare i danni tra i più giovani, solo perché questo é un settore che crea profitto e che dunque non conviene limitare: Qualsiasi agenzia regolatrice governativa lo vieterebbe se fosse un medicinale“. Anche perché aggiunge, qui parafrasiamo il suo pensiero emerso nel corso dell’intervista, parliamoci chiaro l’Organizzazione mondiale della sanità ha chiaramente affermato che meno tempo i ragazzi passano davanti a qualsiasi tipo di schermo, meglio é , anche perché purtroppo questo crea dipendenza. Inoltre vi é anche una differenziazione di genere, spiega il professore, i videogame sono particolarmente dannosi per i ragazzi, mentre i social sono deleteri per le ragazze, uno studio americano ha evidenziato come per ogni ora in più trascorsa su internet aumenti il rischio di suicidio.

Smartphone danneggiano anche l’apprendimento: dannosi a scuola seppur spenti

Un recente studio, aggiunge il neuropsichiatra tedesco, ha altresì messo in luce come gli smartphone distolgano l’attenzione stando solo semplicemente appoggiati sul banco, siano essi spenti o silenziosi, le ragioni? Semplice spiega Spitzer scatta quello che definisce una sorta di ‘tormento mentale’, in quanto i ragazzi pensano in continuazione che potrebbe essere loro arrivato un messaggio, ragion per cui é fortissimo l’impulso di prenderlo per controllare, questo distoglie tantissimo la concentrazione sullo studio. Alcune ricerche lo hanno comprovato, se si distribuiscono cellulari in classe a quanti non sono soliti averlo, i voti diminuiscono, mentre se si vietano, a quanti sono soliti utilizzarli, i loro voti aumentano.

Poi é ormai evidente, anche qui molti studi lo confermano, come chi abusa di tecnologia abbia problemi relazionali e sia indotto a non stare in compagnia. A suo dire inoltre a nulla servirebbe una maggiore alfabetizzazione relativamente ai social, anzi a poco serve essere più formati sui social media e sull’uso delle nuove tecnologie per evitarli. In quanto, dice, facendo chiaramente un esempio drastico che però ben evidenzia quello che egli ritiene essere un paradosso: “Sappiamo che l’alcool provoca dipendenza e danneggia lo sviluppo del cervello, ma non é certo promuovendo la competenza e la formazione sull’alcool che si instradano i futuri adulti a un ‘uso giusto e sano ‘ dell’alcool“.

A mio avviso , aggiunge, é fondamentale invece far passare il messaggio che lo smartphone e qualsiasi schermo non possono affatto essere considerati baby sitter, i genitori troppo spesso scambiano Tv, telefonini e computer come ‘buona compagnia’ per i propri figli.

Smartphone non é affatto un baby sitter: i genitori devono diventare maggiormente consapevoli

Il Professor Spitzer aggiunge: “Smartphone – come Tv, computer e altri supporti sullo schermo – non dovrebbero mai essere usati per fare compagnia ai più piccoli, per farli mangiare o per addormentarli. Insomma non sono come baby sitter”. Poi racconta un aneddoto davvero molto interessante nel passato, dice, i genitori per addormentare i piccoli usavano dei panni che venivano imbevuti di alcool ed oppio per far si che si calmassero. Assurdo vero? Ci verrebbe da dire oggi, beh, conclude: “Spero che fra qualche anno accada esattamente lo stesso con i cellulari“.

Effettivamente sarebbe bello se – mi sento di avvalorare credendo in primis a quanto sostenuto dal neuropsichiatra tedesco – un domani sentendo che oggi si ‘parcheggiano’ i figli dinanzi ad uno schermo pur di tenerli buoni, perché non siamo più in grado di intrattenerli, essendo purtroppo spesso sommersi dai mille impegni lavorativi che ci privano della condivisione del tempo con i nostri figli, si sentisse dire: “Ma davvero facevano questo i genitori del 21° secolo?” Davvero nessuno era in grado di giocare con loro e di coinvolgerli?”.

Chissà se finirà davvero così e dunque le future generazioni avranno un salto di qualità ed una riscoperta della condivisione ‘reale‘ dei rapporti umani e non solo delle foto sui social o se purtroppo ci saranno sempre più bambini ‘inebetiti‘, passatemi il termine un pò forte ma che rende il concetto, che saranno seduti insieme su una panchina ma ognuno con lo sguardo rivolto verso il proprio smartphone.

Il mondo per i miei figli lo immagino, forse in modo utopico, libero da tutti questi dispositivi, mi auguro siano la moda del momento, e che come tutte le mode possa almeno in parte passare.

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Erica Venditti

Erica Venditti, classe 1981, dal 2015 giornalista pubblicista. Dall'aprile 2012 ho conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.

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