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Sottosegretari e viceministri, è partito il valzer delle poltrone

ROMA. “Non siamo ancora pronti”. Primo pomeriggio, Palazzo Chigi. Il consiglio dei ministri si è aperto e chiuso in 15 minuti: manca la lista dei sottosegretari e dei viceministri. Giusto il tempo di nominare Salvo Nastasi segretario generale del Mibact e Salvatore Barca al Mise. La fretta nasce da un’esigenza stringente: senza i sottosegretari il lavoro del governo non può davvero iniziare. Conte da Bruxelles ha fatto sapere ai partiti che si aspetta una lista in tempo per il Cdm: “Sarebbe buono riuscire a completare la squadra”. Non è escluso che si riesca o che si rimandi di poco, a un Consiglio dei ministri venerdì mattina.

Sarebbe un auspicio dello stesso Quirinale, secondo fonti parlamentari, che il governo sia a pieni ranghi e a pieno regime quanto prima. Conte dovrebbe vedere in mattinata le delegazioni: Spadafora, Patuanelli, Franceschini e Orlando si sarebbero incontrati – ma non ci sono conferme ufficiali – in serata per accelerare. Ma il piatto forte – le nomine di sottogoverno – non c’è. Così, dopo una giornata di stallo e rinvii, a sera parte l’allerta: tutti pronti per un possibile Consiglio dei ministri per le nomine venerdì, di primo mattino (nel pomeriggio Conte è atteso nelle aree terremotate, sabato alla Fiera del Levante di Bari). Di Maio prova a trovare la difficile quadra tra gli oltre cento aspiranti del Movimento. Ma i nodi aperti restano ancora numerosi. M5s fino all’ultimo prova ad esempio a strappare al Pd la delega all’editoria, che i Dem vorrebbero per Andrea Martella (Walter Verini o Giovanni Legnini). Mentre il M5s chiede di avere un unico viceministro al ministero dell’Economia, dove i Dem hanno come ministro Roberto Gualtieri, e lasciare ad Antonio Misiani i galloni di sottosegretario. A via XX settembre i Cinque stelle, che hanno un problema di battaglia interna tra tre contendenti (gli uscenti Laura Castelli e Alessio Villarosa, più Stefano Buffagni) chiedono inoltre di avere ben tre sottosegretari ma, a sentire i Dem, difficilmente la spunteranno. Si lotta comunque casella su casella: in extremis potrebbero spuntare diverse sorprese. M5s dovrebbe avere 22 sottosegretari e il Pd 18, che potrebbero scendere a 17 se a Leu dovesse riuscire in extremis di spuntare due sottosegretari e non solo uno (Rossella Muroni) com’è previsto adesso. Tra i nomi M5s si citano le ministri uscenti Elisabetta Trenta (all’Interno) e Barbara Lezzi e nomi nuovi come Roberta Alaimo alla Pa, Adriano Varrica ai Trasporti, Andrea Giarrizzo all’Innovazione. Al Viminale c’è chi ipotizza solo due sottosegretari, per tenere basso il “tasso” di presenza politica, ma i contendenti sono tanti, i nomi potrebbero diventare quattro (in pole il Dem Emanuele Fiano). Nel Pd, vengono considerati quasi certi incarichi per Marina Sereni, Anna Ascani, Debora Serracchiani. Ma nelle ultime ore non si spengono le lotte tra correnti e al loro interno. Tra i renziani (con una divisione interna tra fedelissimi di Renzi ed esponenti di Base riformista) spuntano nomi come quello di Piero De Luca, figlio del governatore campano Vincenzo. E poi Roberto Cociancich e Ivan Scalfarotto.

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