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Ultima Generazione colpisce ancora: imbrattata la sede del Mef di Firenze

Nuovo blitz a Roma degli attivisti in difesa del clima.

Dopo i recenti blitz alla sede del Senato, a Roma, e al Dito medio di Cattelan, in Piazza Affari a Milano, gli attivisti di Ultima Generazione tornano a far parlare di sé con un nuovo attacco ad uno dei simboli delle istituzioni. Ieri mattina, domenica 22 gennaio, tre giovani attivisti hanno imbrattato con vernice lavabile gialla e arancione la sede fiorentina del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef). Dopo l’imbrattamento i tre hanno hanno posato di fronte all’edificio con uno striscione con su scritto “Stop sussidi ai fossili“.

Secondo un rapporto di Legambiente nel 2021 l’Italia ha speso 42 miliardi di euro in sussidi dannosi per l’ambiente

Sui social il collettivo ha aspramente criticato il governo italiano accusandolo di aver investito 41,8 miliardi di euro, provenienti da fondi pubblici, in ambiti a forte impatto climatico. Un dato che si basa su un recente report pubblicato da Legambiente. Politiche che se confermate renderebbero l’Italia il sesto Paese al mondo per finanziamenti nei combustibili fossili.

Lo studio ha colpito nel vivo gli attivisti che denunciano lo Stato di predicare bene e razzolare male per quanto concerne le politiche legate al clima. “Non vogliamo pagare il fossile. Non vogliamo che i soldi delle nostre tasse finanzino il collasso del pianeta da cui dipendiamo per sopravvivere“, hanno dichiarato sui social.

Le richieste di Ultima Generazione al Governo italiano

Nello specifico il movimento Ultima Generazione chiede che venga interrotta immediatamente la riapertura delle centrali a carbone fatte ripartire per fare fronte al caro energia così come la cancellazione del progetto di nuove trivellazioni per l’estrazione di gas naturale nel Mare Adriatico.

Inoltre, gli attivisti chiedono un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20 GW immediatamente, e creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando gli operai dell’industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili.

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