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Violenza donne, in 600 Comuni bandiere a mezz’asta

 Seicento iniziative di sensibilizzazione – dai dibattiti alle mostre, dal “posto vuoto” per le vittime all’illuminazione di monumenti – in altrettanti Comuni, e bandiera civica a mezz’asta sui municipi delle grandi città, a cominciare da Milano e Roma. Così le amministrazioni locali celebrano il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni unite nel 1999. “Con la consapevolezza – dice il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro – che si tratta di un fenomeno tanto grave quando complicato da contrastare: non basta reprimere gli atti violenti, è necessario adoperarsi per sconfiggere una mentalità, quella che confonde l’amore con il possesso, di cui la violenza è la manifestazione più estrema. Noi sindaci avvertiamo la responsabilità di sensibilizzare e formare una nuova coscienza civile”. I 285 centri antiviolenza, primo approdo delle vittime di violenza, collaborano con i Comuni, pur tra le molte difficoltà innescate da un finanziamento che èassegnato alle Regioni e viene erogato ai Comuni tramite bandi che nonassicurano la necessaria stabilità alle attività”.

“In Italia, tra il 2000 e il 2018 le vittime di femminicidio sono state 3.100, 106 solo nei primi dieci mesi di quest’anno; nel 72 per cento dei casi(2.156 in termini assoluti) l’assassino era un parente, nel 47,6 (1.426) il partner o l’ex partner; negli anni è aumentata l’età media che per le vittime del 2018 è pari a 52,6 anni, in generale, e a ben 54 anni per le vittime di femminicidio familiare; l’area geografica più a rischio del Paese è il Nord, e nel Nord la Lombardia, la Provincia con il maggior numero di casi è Roma. A rivelarlo sono i dati resi disponibili da Eures. Un’indagine Istat, realizzata in collaborazione con il dipartimento Pari opportunità, rivela che nel 201749.152 donne si sono rivolte ai centri antiviolenza e che 29.227 di loro hanno iniziato un percorso per uscire da una situazione di violenza: il 26,9 percento di loro è composto da straniere, il 63,7 per cento da madri di figli in gran parte minorenni, vittime a loro volta della cosiddetta violenza assistita”, prosegue la nota.

“La giornata del 25 novembre – osserva Simona Lembi, presidente della commissione Pari opportunità dell’Anci – è l’occasione per sollecitare a costruire azioni concrete, realizzare servizi pubblici efficaci per debellare questo fenomeno. Amministratori e amministratrici, quotidianamente, promuovendo attività nelle scuole, nelle biblioteche, nonché animando con tenacia il lavoro del tavolo nazionale di monitoraggio del piano di contrasto alla violenza, si adoperano perché le nostre comunità siano a ‘tolleranza zero’ nei confronti dichi è violento. Domani esponiamo le bandiere a mezz’asta in tanti Comuni, insegno di lutto, per esprimere solidarietà e vicinanza ai familiari delle vittime”.

Tra le iniziative che si celebrano nei Comuni per il 25 novembre, “Posto occupato” a Milano: 15 teatri convenzionati con l’amministrazione comunale, lasceranno un posto vuoto per ricordare la donna che avrebbe potuto occuparlo prima di essere uccisa. A Latina l’orologio della Torre civica si colorerà di rosso in memoria di tutte le donne vittime di femminicidio e verrà presentato il progetto “Ilma – Io Lavoro per la Mia Autonomia”. Il Comune dell’Aquila ha lanciato il concorso di idee “Mai più silenzio” rivolto alle scuole per sensibilizzare sul fenomeno e prevenire ogni forma di discriminazione. A Trieste si svolge la terza edizione di “Mai! Nemmeno con un fiore”, occasione per un nuovo confronto al tavolo di coordinamento provinciale per gli interventi di contrasto alla violenza di genere. A Bologna, infine, fino al 4 dicembre proseguirà la XIII edizione del festival “La violenza illustrata”, curato dalla Casa delle donne di Bologna, con il supporto di Comune e Regione

Sono infine più di settanta i sindaci che hanno aderito al “Patto dei Comuni per la parità e contro la violenza di genere”, sottoscritto un anno fa a Milano: impegna gli amministratori a dar vita a iniziative per la parità e contro gli stereotipi. “Una battaglia – conclude Decaro – che deve coinvolgere gli uomini in un patto tra generi”.

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