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Draghi striglia i partiti: “Garantite i voti o non si va avanti”

Il presidente del Consiglio, irritato dal caos sul Milleproroghe, di ritorno da Bruxelles, prima vede Mattarella poi convoca la cabina di regia

Mario Draghi torna da Bruxelles e sale subito al Quirinale da Sergio Mattarella. Poi riunisce la cabina di regia e avverte: o i partiti garantiscono i voti in parlamento o il governo non va avanti.

Draghi irritato per il Milleproroghe: il governo è andato sotto 4 volte

Il presidente del consiglio non ha gradito affatto quanto accaduto la notte tra il 16 e il 17 febbraio in commissione alla Camera. Il governo è andato sotto per ben 4 volte sulle modifiche al decreto Milleproroghe. 2 volte si sono sfilati Pd e Movimento 5 stelle, altre 2 volte invece Lega e Forza Italia hanno votato con l’opposizione di Fratelli d’Italia. Uno dei questi voti ha comportato lo slittamento al 2023 del tetto a 1000 all’uso del contante, che quindi resta a 2000 euro.

Bandiere mezz'asta Italia
Palazzo Chigi

Così il governo non va avanti

Cose che non devono più accadere, ha tuonato Draghi, apparso visibilmente irritato durante la riunione con i capidelegazione: Patuanelli del M5s, Giorgetti per la Lega, Orlando per il Pd, Gelmini di Forza Italia, Bonetti di Italia viva e Speranza per Leu. Il premier ha chiesto loro se i partiti siano in grado di garantire i voti e la tenuta della maggioranza. Ciò che è accaduto sul Milleproroghe è un pessimo segnale, avrebbe avvertito Draghi, e così il governo non può andare avanti. A chi ha provato a sostenere che si è trattato di dinamiche parlamentari, l’ex capo della Bce ha ribattuto che siamo di fronte invece a una questione politica e che il presidente della repubblica Mattarella lo ha voluto alla guida del governo per fare alcune cose. “Così non si può andare avanti – avrebbe detto il premier – non resto per stare al potere, non faccio buon viso a cattivo gioco, sto qui per fare cose”.

Nel prossimo Cdm l’intervento sul caro bollette

Una presa di posizione durissima, ma Draghi ha bisogno di garanzie in vista anche del consiglio dei ministri di venerdì, da cui dovrebbe uscire l’intervento sul caro bollette. Uno stanziamento da 5-7 miliardi di euro per sterilizzare, almeno in parte, i rincari record del prezzo dell’energia.

Emanuele Iacusso

Classe 1971, studi di filosofia, giornalista professionista. Si occupa da 20 anni di politica, come assiduo frequentatore di Palazzi romani. Ha lavorato lungamente in radio e in televisione, presso importanti network nazionali. Tra le passioni i motori, l'astronomia e lo sport.

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