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Funivia Mottarone, il manovratore: “Ho un peso enorme sulla coscienza”

Gabriele Tadini, manovratore della funivia Stresa-Mottarone, in isolamento in carcere continua a ripetere: "Prego e faccio i conti con me stesso e con Dio"

Mi sento un peso enorme sulla coscienza. Prego e faccio i conti con me stesso e faccio i conti con Dio“. È quanto continua a ripetere a se stesso tra le quattro mura della cella Gabriele Tadini, il manovratore della funivia Stresa-Mottarone che durante l’interrogatorio avvenuto tra la notte di martedì e mercoledì ha ammesso di aver manomesso il sistema frenante di emergenza inserendo il ‘forchettone’. Un atto deliberato e cosciente che ha causato lo schianto della cabina e provocato la tragica morte di 14 persone.

L’unico superstite di quella che ha tutte le caratteristiche per essere definita una ‘strage’ è il piccolo Eitan, ricoverato in prognosi riservata all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Il bambino di 5 anni è sveglio e cosciente, e ieri ha anche parlato con la zia Aya.

Il 64enne, in isolamento in una cella di massima sicurezza nel carcere di Verbania, era diventato capo servizio dopo 40 anni di lavoro nella società che gestiva l’impianto. Nato nel 1958, sposato con due figli, Gabriele Tadini ha avuto anche una breve carriera politica tra le fila della Lega. Alla fine degli Anni Novanta era riuscito a entrare in consiglio comunale con l’attuale sindaco di Stresa, Marcella Severino. Ed era già capo servizio della funivia del Mottarone quando dalla gestione pubblica passò a quella privata.

L’impianto idraulico dei freni d’emergenza aveva dei seri problemi

Come riporta La Stampa era responsabile del funzionamento della funivia. È stato il primo iscritto nel registro degli indagati ed tra i primi a fornire “elementi penalmente rilevanti” sulla tragica vicenda. “L’impianto idraulico dei freni d’emergenza aveva dei problemi, – ha confessato Tadini durante l’interrogatorio – perdeva olio e le batterie si scaricavano continuamente. Dopo la riapertura del 26 aprile, avevamo già fatto due interventi. Ma non erano stati risolutivi. La funivia continuava a funzionare a singhiozzo. Il problema si ripresentava, serviva altra manutenzione”.

“È stato in quel contesto, di tentativi e di interventi tecnici, che toglievamo e mettevano il cosiddetto forchettone per armare e disarmare il sistema dei freni d’emergenza. Tenere i freni scollegati permetteva alla funivia di girare.” ha ammesso il manovratore davanti agli inquirenti. Tra le parti più rilevanti della confessione spicca quella in cui l’uomo afferma che “quello che è successo è un incidente che non capita neppure una volta su un milione“. Secondo il trio formato da Tadini, Luigi Nerini, amministratore delle Ferrovie del Mottarone ed Enrico Perocchio, direttore di esercizio, la fune traente era in buone condizioni, non presentava segni di usura e mai avrebbero potuto immaginare che si spezzasse.

Proprio sulla rottura della fune traente si sta concentrando l’altro filone delle indagini: in campo è sceso il docente di meccanica aerospaziale Giorgio Chiandussi del Politecnico di Torino, perito nominato dalla Procura di Verbania.

funivia mottarone

La Procura di Verbania sta cercando altri eventuali responsabili

Intanto, mentre si cerca di capire se ci siano altri dipendenti della funivia corresponsabili del disastro, sono stati per sabato mattina gli interrogatori di convalida dei tre fermati per l’incidente della funivia del Mottarone. Compariranno davanti al gip Donatella Banci Buonamici, che si recherà al carcere di Verbania e deciderà sulla base delle prove acquisite se confermare o meno di convalida del fermo e di arresto avanzata dalla Procura.

Leitner Spa si costituirà parte civile

Leitner SpA si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario per la tragedia di domenica sulla funivia Stresa-Mottarone. Lo ha annunciato in un comunicato la stessa azienda di Vipiteno. “La manomissione degli impianti di sicurezza che ha portato alla tragica morte di 14 persone – dichiara Anton Seeber, presidente di Leitner SpA – è un atto gravissimo. L’utilizzo dei cosiddetti forchettoni è espressamente vietato con persone a bordo. Per tutelare l’immagine dell’azienda, dei suoi collaboratori e di tutto il settore abbiamo deciso che ci costituiremo parte civile. Eventuali risarcimenti verranno devoluti alle famiglie delle vittime”.

La società bolzanina, tra i più importanti produttori di impianti a fune del mondo, ha ribadito di aver “sempre risposto con tempestività a ogni richiesta di intervento da parte del gestore“. Inoltre ha sottolineato che l’ultimo controllo ai freni era stato effettuato lo scorso 30 aprile: “Leitner ha reso noti gli ultimi due interventi alla Stresa-Mottarone. “Una società incaricata da Leitner ha effettuato il 30 aprile 2021, con comunicazione degli esiti datata 3 maggio 2021, controlli ai freni vettura, con verifiche di funzionalità, senza riscontrare problemi e procedendo alla ricarica degli accumulatori delle centraline idrauliche che azionano i freni sulla fune portante”.

La società ha inoltre aggiunto che da quel giorno in poi “non sono arrivate altre richieste d’intervento e segnalazioni in merito a malfunzionamenti dell’impianto frenante”.

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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