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La sedentarietà dell’uomo, quali sono i rischi e come combatterla

Una tra le emergenze nazionali che coinvolge un terzo della popolazione è il problema della sedentarietà. Basti pensare ad alcuni aspetti del nostro quotidiano che risultano difficili da cambiare, come ad esempio sul lavoro: spesso questo si trova dietro ad una scrivania – specialmente da quando stiamo vivendo il periodo Covid-19, che ci ha portati a chiuderci nelle nostre abitazioni ed in cui è aumentata la modalità in smart working; oppure per quanto riguarda la maggior parte degli spostamenti, che avvengono quasi sempre in macchina.

Purtroppo però, uno stile di vita sedentario protratto nel tempo può causare diversi problemi all’organismo ed il benessere psico-fisico della persona rischia di essere compromesso. La mancanza di movimento può infatti portare ad un aumento di stati di sovrappeso e obesità, così come depressione e ansia, o ad un indebolimento dei muscoli, favorendo l’insorgere di malattie cardiovascolari e diabete.

Eppure basterebbe introdurre nel proprio quotidiano poche e semplici abitudini per combattere la vita sedentaria, ogni qualvolta ne sia possibile: preferire le scale all’ascensore; spostarsi a piedi o in bicicletta anziché usare l’automobile o i mezzi pubblici; fare qualche esercizio alla scrivania; coltivare un hobby come il giardinaggio o un’attività sportiva.

La sedentarietà non colpisce solamente gli adulti, bensì anche i più giovani; infatti, secondo alcune ricerche, risulterebbe che il nostro sia uno dei Paesi con il più alto tasso di obesità infantile in Europa. A confermarlo è anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), secondo cui il 23% degli adulti e l’81% degli adolescenti – con un’età compresa tra gli 11 e i 17 anni – sono fisicamente inattivi, questo a causa di un incremento della sedentarietà nelle attività: come il progressivo abbandono del camminare o dell’andare in bicicletta a favore dell’uso di mezzi di trasporto a motore, oltre all’aumento delle ore passate davanti a un pc o una console per giocare ai videogiochi o curiosare, scrivere e socializzare sui social network.

Come combattere la sedentarietà?

Secondo alcuni studi pubblicati nel 2018 sulla rivista American Journal of Cardiology dall’Università della Florida, è importante sapere che “il binomio dieta corretta e stile di vita attivo è inscindibile”. Sembra infatti che uno degli errori più comuni sia quello di credere che per essere in salute sia sufficiente mantenersi normopeso e seguire un regime alimentare sano. In realtà, secondo questi studi, le persone adulte normopeso che conducono una vita sedentaria sono comunque esposte al medesimo rischio cardiovascolare delle persone in sovrappeso.

Le ricerche affermano quindi che è necessario contrastare la sedentarietà facendo del movimento e sostengono che l’adottare uno stile di vita attivo e dinamico incida in modo significativo sulla qualità di vita, migliorandone sia l’aspetto di salute a livello fisico sia l’equilibrio psico-emotivo di ogni singolo individuo.

Secondo i dati nazionali raccolti dalla sorveglianza Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) – sorveglianza in sanità pubblica che raccoglie informazioni sugli stili di vita della popolazione italiana nei soggetti in età compresa fra i 18-69 anni – risulta che più della metà (51.4%) delle persone parzialmente attive e più di 1 su 5 (21.5%) tra i sedentari reputano di svolgere una sufficiente attività fisica.

Ma il primo passo da fare è capire se l’attività fisica praticata è sufficiente per avere un impatto positivo sulla propria salute, per tale motivo la popolazione viene distinta in tre differenti gruppi:

  • Soggetti attivi, sono le persone che spendono 30 minuti di attività moderata per almeno cinque giorni alla settimana; oppure 20 minuti di attività intensa per almeno tre giorni a settimana; oppure che svolgono un lavoro pesante dal punto di vista fisico.
  • Soggetti parzialmente attivi, non sono persone sedentarie, ma non raggiungono i livelli di una persona attiva. Vi sono però persone parzialmente attive che pensano di svolgere un livello di attività fisica adeguato e sufficiente, seppur erroneamente;
  • Soggetti sedentari, sono coloro che non svolgono lavori pesanti dal punto di vista fisico o che svolgono meno di 10 minuti di attività moderata o intensa per un giorno a settimana.

Il movimento è fonte di salute e benessere a qualsiasi età: dall’infanzia alla senescenza. Il movimento rappresenta infatti la principale valvola di sfogo nei bambini, concorre a garantire un completo ed armonico sviluppo dell’individuo e nella terza età svolge un ruolo cruciale nel rallentare i processi degenerativi a carico delle strutture osteo-articolari. Inoltre anche alle donne in gravidanza, se non vi sono motivi particolari individuati dal medico, viene suggerito lo svolgimento di una regolare attività fisica d’intensità lieve-moderata.

Conclusioni

Per concludere, è possibile combattere la sedentarietà e migliorare il proprio stile di vita seguendo alcuni suggerimenti: aumentare le occasioni di fare movimento nell’arco della giornata, programmare un proprio spazio in cui dedicarsi ad una regolare attività fisica, essere costanti e porsi degli obiettivi graduali, coinvolgere la famiglia e gli amici.

Combattere la tendenza alla vita sedentaria è possibile, ma soprattutto è necessario per mantenere uno stato di benessere psico-fisico.

Inoltre, per chi volesse approfittare della rivoluzione tecnologica, migliorare questo errato stile di vita è possibile ricorrendo a nuove soluzioni digitali, come app innovative ed i fitness tracker (orologi da polso che svolgono varie funzioni: contapassi, misurazione delle distanze percorse, calcolo delle calorie consumate, etc). Sono ormai milioni le persone che ne fanno uso, in particolare per mantenersi motivati e per registrare i propri miglioramenti.

Ad ogni modo, restare troppo seduti o sdraiati durante l’arco della giornata rappresenta un rischio per la salute e, a prescindere dall’età di una persona, chiunque sia fisicamente inattivo otterrà dei benefici facendo dell’attività fisica, anche se si trattasse di una passeggiata, purché fatta regolarmente e di almeno 30 minuti al giorno.

Valeria Glaray

Valeria Glaray

Laureata in Servizio Sociale ed iscritta alla sezione B dell’Albo degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte. Ha un particolare interesse per gli argomenti relativi alla psicologia motivazionale e per le pratiche terapeutiche di medicina complementare ed alternativa. Amante degli animali e della natura.

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