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Mascherine da sport, unica soluzione per riaprire le palestre? Parla Liverani

Nei giorni scorsi vi avevamo approfonditamente parlato della proposta al vaglio in Francia che vedrebbe la mascherina da sport come unica soluzione possibile per riaprire in sicurezza le palestre, ieri vi abbiamo parlato della risoluzione della Lega, primo firmatario il Consigliere Regionale dell’Emilia Romagna Andrea Liverani, che chiede al Governo di considerare l’ipotesi francese per permettere anche in Italia la riapertura di un settore ormai al collasso.

Oggi abbiamo avuto il piacere di interfacciarci direttamente con il consigliere Regionale Liverani ed abbiamo scoperto, nel corso di questa interessante ed esaustiva intervista che ci ha rilasciato e di cui le siamo immensamente grati, che é anche un istruttore di Spinning . Eccovi le ragioni che lo hanno spinto a tale risoluzione, le sue parole:

Mascherina sportiva: unica soluzione? L’intervista a Liverani

Gentilissimo Andrea Liverani, abbiamo letto con interesse, avendo noi stessi già trattato nei giorni scorsi la proposta francese, la risoluzione che la vede prima firmatario in cui chiede al governo di valutare l’ipotesi della mascherina ad uso sportivo seguendo il modello francese. Pensa sia davvero questa l’unica strada da seguire per poter riaprire ‘ a stretto giro’ le palestre?

Ringrazio innanzitutto per il particolare interesse nella lettura della Risoluzione presentata riguardante la mascherina ad uso sportivo. Rispondo dicendo che non penso sia l’unica strada da seguire per poter riaprire le palestre, ma sicuramente potrebbe essere una partenza. Non c’è ancora nessuna data stimata per la riapertura di tali strutture, i ristori sono arrivati in piccolissima percentuale se non pari a zero, è passato più di un anno dalla mancanza di incassi per le palestre in quanto questi ultimi, per andare incontro ai cittadini, hanno bloccato gli abbonamenti, dunque al momento della riapertura i clienti ripartiranno dagli abbonamenti già pagati. Ciò significa che prima che gli imprenditori possano recuperare gli incassi perduti e peggio ancora farli ripartire, passerà molto tempo. Dunque ritengo che la riapertura sia fortemente necessaria e che la mascherina sportiva potrebbe essere una delle prime soluzioni per anticipare la ripresa.

Mascherine da sport: l’opinione pubblica si divide

Ci siamo confrontati sia di persona che attraverso i social con gestori e clienti, mentre taluni, a dir il vero la minoranza, sarebbero propensi a tutte le soluzioni pur di riaprire, per la maggior parte di loro la mascherina non sarebbe una buona idea. Impossibile dicono all’ unisono, i contrari alla proposta, pensare di fare attività fisica con un dispositivo sanitario dinanzi alla bocca ed al naso. Il suicidio dello sport l’hanno definita. Cosa si sente di rispondere loro?

Penso anch’io che fare attività fisica con un dispositivo sanitario dinanzi a bocca e naso non sia ottimale, soprattutto anche per il fatto che basandoci sui dispositivi attuali, alcune marche offrono già protezioni alla pratica sportiva ma con scarso comfort per chi le indossa e anche con la mancanza della certificazione sanitaria, a causa dell’assenza di precise disposizioni nazionali in merito alla tipologia di dispositivo; ma lo studio di questa mascherina ad uso sportivo è proprio volto a garantire lo svolgimento dello sport in condizioni di comfort per chi le indossa, ovvero efficace dal punto di vista sanitario, ma allo stesso tempo abbastanza sottile da poter rendere corretti la respirazione e il movimento.

Premetto che oltre alla mia carica di Consigliere Regionale, sono anche io uno sportivo ed un istruttore di Spinning, dunque so bene cosa significa praticare sport in queste condizioni, ma sto solo cercando in tutti i modi di lottare per trovare modalità efficaci nella riapertura delle palestre.

Palestre al collasso, ristori insufficienti: quali soluzioni?

La crisi di Governo attuale rischia di creare difficoltà nell’ elargizione dei ristori, nei giorni scorsi é anche intervenuto il ministro Spadafora per cercare di rassicurare e soprattutto per ricordare al Governo che i ristori ed i bonus sono assolutamente indispensabili in un momento in cui alcune categorie, come i gestori delle palestre appunto, sono al collasso. Lei crede che questi siano o possano essere sufficienti a tamponare l’emergenza economica che tali lavoratori stanno attraversando o bisognerebbe ingegnarsi per tornare alla normalità e puntare più sul lavoro che sui ristori?

Parto dal presupposto che i ristori siano necessari, ma non sufficienti. La maggior parte delle palestre non hanno ricevuto nulla fino ad ora, dunque prevale una situazione molto critica. Ci tengo a ricordare come sempre, che praticare attività sportiva fa bene alla salute in quanto secondo studi condotti un corpo allenato con tanto di sana alimentazione, aumenti le difese immunitarie; in seconda battuta voglio ricordare che i gestori delle palestre hanno finanziato parecchio denaro per mettere a norma le loro strutture e poter lavorare in sicurezza ma tutto ciò non è bastato per un costante svolgimento.

Dunque mi sento di dire che vista l’importanza dell’attività fisica per il benessere, l’aumento delle difese immunitarie della persona, nonché per la socialità viste le strutture a norma, se si rispettano le regole come per il distanziamento e l’igienizzazione necessaria, anziché un rischio, potrebbe diventare un aiuto per la società senza avere conseguenze negative rispetto alla pandemia.

In sintesi sono assolutamente propenso per le riaperture in sicurezza delle palestre e vista anche la riapertura degli impianti sciistici previsti per il 15 febbraio p.v., si potrebbe accelerare anche la ripresa delle attività nelle palestre. Mi permetto ancora una volta di segnalare che viene impedito anche il semplice allenamento “one to one” già invece praticato nei centri sportivi e circoli privati.

Gestori palestre esausti: non siamo noi gli untori, fateci riaprire

I gestori delle palestre dicono hanno speso molti denari per seguire le procedure anti covid, igienizzanti, sale utilizzate a metà, distanziamento sociale, per poi trovarsi, dopo una breve illusione di pochi mesi, nuovamente con le palestre chiuse. Sono stanchi, ci dicono, di essere considerati degli untori in primis perché l’attività fisica aumenta il sistema immunitario, e poi perché ci sono luoghi ben più affollati delle palestre (si pensi alle metropolitane, ai bus) ove il virus si diffonde con molta più facilità. Alcune realtà, con l’ iniziativa IOAPRO, hanno deciso indipendentemente dai Dpcm ultimi di riaprire ed i clienti hanno aderito favorevolmente. Non si tratta, ci tengono a sottolineare di ribellione, ma di sopravvivenza per non gettare all’ aria anni di sacrifici, per molti ancora qualche mese di inattività vorrebbe dire chiusura certa dell’attività. Lei è pro o contro tali iniziative e cosa ne pensa delle rimostranze che le abbiamo sintetizzato?

In un momento di assoluta crisi soprattutto per questo settore, hanno eseguito semplicemente una prova di forza per far sentire la loro voce cercando di dimostrare, proprio come avete descritto voi, che loro non sono gli untori di questa malattia. Vedendo la crisi, i pochi ristori assegnati e quant’altro, questa iniziativa trova comprensione in assenza di altre soluzioni. Il motivo della protesta è invero causato dalla situazione di confusione e poca chiarezza generata dal Governo. Essendo partecipe al mondo dello sport e quindi parlando con molti imprenditori del settore capisco a pieno le loro difficoltà: zero incassi da più di un anno, abbonamenti bloccati, è l’unico settore di cui non si hanno ne certezze ne ipotesi di riapertura.

Se si considera l’ipotesi di riapertura a Maggio o nella stagione estiva sappiamo tutti che chiunque ha preferenza nello svolgimento dell’attività fisica all’aperto dunque, molte attività causa l’aumento di sospensione, potrebbero non riaprire mai più. Per quanto riguarda il resto dei dati che avete citato, li ho io stesso ripresi nelle risposte precedenti questo vi porta a capire che sono assolutamente in linea con i cittadini e imprenditori e sono in assoluta consapevolezza di ciò che porterebbe alla salute delle persone.

Ringraziamo il Consigliere Regionale dell’Emilia Romagna, Andrea Liverani, per il tempo dedicatoci e ricordiamo a chiunque volesse riprendere parte dell’intervista che, trattandosi di esclusiva, é tenuto a citare la fonte.

Erica Venditti

Erica Venditti, classe 1981, dal 2015 giornalista pubblicista. Dall'aprile 2012 ho conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.

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