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Milano, prof si rifiuta di fare lezione a studenti con la gonna: scatta la rivolta

Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, giovedì 25 novembre, gli studenti della 4°D del liceo scientifico “Bottoni” di Milano hanno messo in atto una protesta nei confronti del professor Martino Mora, il quale si è rifiutato di far lezione in quanto tutti i ragazzi della classe avevano deciso di indossare la gonna.

I ragazzi, come tanti altri coetanei in giro per l’Italia, avevano deciso di indossare la gonna per lanciare un messaggio di sensibilizzazione e di rispetto verso le vittime di questa immane tragedia ancora così attuale. La scelta di questo capo d’abbigliamento non è casuale: troppo spesso viene usato come scusante per giustificare molestie, discriminazioni, violenze e stupri nei confronti del genere femminile.

Gli studenti: “La scuola deve essere il primo luogo dove combattere le violenze”

All’interno della scuola troppe volte assistiamo ad episodi di violenza e discriminazione anche soltanto per l’abbigliamento. – è quanto hanno dichiarato in un post su Instagram gli studenti – Questo per noi è inaccettabile soprattutto nell’ambiente scolastico che deve essere il primo luogo dove combattere questi atteggiamenti e queste violenze”.

Inoltre hanno ricordato che nel corso delle lezioni di giovedì scorso avevano letto un discorso, scritto da loro, per celebrare questa ricorrenza e al termine del quale avevano osservato un minuto di silenzio: “In Italia ogni 7 minuti una donna viene stuprata e purtroppo ogni 3 giorni viene uccisa. Come può un uomo ammazzare la sua compagna? Magari madre dei suoi figli? Come può ammazzare una donna che ha amato? Un uomo che ci picchia non ci ama, o quanto meno ci ama male. Un uomo che ci picchia è uno stronzo, sempre, e dobbiamo capirlo fin dal primo schiaffo“.

studenti gonna
Tutti gli studenti della 4°D hanno deciso di uscire dall’aula in segno di solidarietà dei compagni cacciati perché indossavano la gonna

Caccia gli studenti con la gonna dall’aula: la preside lo allontana dalla scuola

Una protesta pacifica che non però è stata apprezzata dal docente di storia e filosofia che ha deciso di cacciare dall’aula gli studenti ritendendo l’abbigliamento inaccettabile e totalmente inadeguato al contesto. Talmente fuori luogo che a detta del professore avrebbe avuto la stessa reazione se si fossero presentati in aula vestiti da ‘clown’ o da ‘Babbo Natale’.

A seguito dell’accaduto i ragazzi cacciati dall’aula si sono rivolti alla preside Giovanna Mezzatesta che ha deciso a sua volta di cacciare il professore. Secondo quanto ricostruito da quest’ultimo la dirigente scolastica lo avrebbe messo ‘brutalmente’ di fronte ad un aut aut: o far finta di nulla e continuare la lezione, oppure lasciare immediatamente la scuola.

Dal latinismo ‘etsi omnes, ego non‘ a ‘etsicatsi‘ il passo è breve

Il prof ha dichiarato che avrebbe voluto solo essere ‘esonerato’ dal fare lezione, mentre è stato discriminato (e pone l’accento sulla parola ‘discriminazione’) solo perché chiedeva decoro, decenza e rispetto dei limiti. Nel post in cui spiega le sue lezioni cita una locuzione latina ‘etsi omnes, ego non‘, che tradotta letteralmente significa ‘anche se tutti, io no‘, alla quale gli studenti hanno risposto ironicamente lanciando sui social un hashtag dal significato inequivocabile: #etsicatsi.

Il docente accusa la scuola di fomentare la polemica e spinge per la riconciliazione

In queste ore il docente ha pubblicato sulla sua pagina Facebook altri due post nei quali accusa la scuola di fomentare la polemica attraverso la pubblicazione di post polemici sulla pagina Instagram dell’istituto e di non cercare la riconciliazione tra le due parti.

Inoltre cita quattro figure che definisce essenziali per plasmare e impostare la scuola italiana così come la intendiamo oggi: Francesco De Sanctis, Benedetto Croce, Giovanni Gentile e Antonio Gramsci e con molta amarezza afferma: “Ebbene, io che sono tradizionalista e anticomunista, difendo la scuola di Gramsci da chi sta trasformandola nella scuola dei videoclip, degli hastag, dei telefonini, dei clown e dell’assenza di ogni pensiero. Sono costretto a difendere la scuola di Gentile e di Gramsci dalla scuola di Lady Gaga”.

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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