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Olimpiadi di Tokyo 2020, per l’Italia un’edizione da record

Domenica si è conclusa la 32esima edizione dei Giochi olimpici che ha regalato grandi gioie e e nello stesso tempo anche cocenti delusioni. Così, l’evento sportivo più importante al mondo, ha visto realizzare record storici e grandi colpi di scena.

Il vortice di emozioni, date dal susseguirsi di una gara dopo l’altra, ha travolto tutti gli appassionati di sport. Li ha tenuti attaccati agli schermi, tra il 23 luglio e l’8 agosto, non solo di giorno, ma anche di notte per via del fuso orario di Tokyo.

Italia, segnato un nuovo record: 40 medaglie olimpiche

Il periodo storico particolare, condizionato da ormai un anno e mezzo di pandemia, non ha permesso al pubblico di partecipare alle competizioni e supportare gli atleti. Ciò nonostante alcuni eventi sono stati talmente coinvolgenti da far dimenticare, per un momento, gli spalti vuoti.

La gioia più grande per l’Italia è stata quella di aver conquistato ben 40 medaglie olimpiche, di cui 10 ori, 10 argenti e 20 bronzi. Si tratta di un record assoluto per lo sport italiano: 36 era stato infatti il numero massimo di decorazioni portate a casa dalle precedenti spedizioni azzurre, circostanza accaduta sia nel 1932 a Los Angeles che nel 1960 a Roma.

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, al temine della competizione ha ammesso candidamente che questo risultato ha superato ogni più rosea aspettativa, rendendo orgoglioso un Paese intero. Inoltre ha sottolineato che gli atleti italiani si sono comportati egregiamente nonostante pendesse sulla loro testa il paragone con la Nazionale di calcio, vincitrice dell’Europeo. Un confronto a cui hanno saputo tener testa con grande onore.

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Il team della staffetta 4×100: da sx Patta, Jacobs, Desalu e Tortu (Instagram @tortufil)

Giochi olimpici e i grandi momenti italiani

Uno degli atleti simbolo di queste Olimpiadi è stato sicuramente Marcell Jacobs che è riuscito a portare a casa una medaglia d’oro nei 100 metri, designando di fatto come l’erede di Usain Bolt.

Il figlio del vento non si è smentito nemmeno nella staffetta dei 4 x 100 m, dove, insieme ai compagni Tortu, Patta e Desalu, è riuscito a salire per la seconda volta sul gradino più alto del podio. La squadra ha sflato il “trono” della velocità alla Gran Bretagna per appena un centesimo di secondo, lasciandola sbigottita, proprio come è accaduto a Wembley in occasione degli Europei di calcio.

Chi invece ha mantenuto lo stesso identico punteggio dell’avversario e ha deciso di condividere insieme a lui il podio, è stato Gianmarco Tamberi del salto in alto. Insieme al qatariota Mutaz Essa Barshim ha conquistato quella che è stata denominata “la medaglia dell’amicizia”. Uniti nello sport e nella sfortuna, poiché entrambi hanno subito lo stesso infortunio al tendine d’Achille, e al termine della gara uniti anche nella vittoria. Insieme hanno dato un grande esempio a tutto il mondo dello sport in cui spesso si mette al primo posto il raggiungimento a tutti i costi della vittoria a discapito di veri valori olimpici come amicizia, lealtà, solidarietà e rispetto.

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Da sx Mutaz Essa Barshim e Gianmarco Tamberi (Instagram @gianmarcotamberi)

La Divina, la Fata e le Farfalle

Federica Pellegrini e Vanessa Ferrari hanno dimostrato, in quest’Olimpiade, che l’età non conta. In due discipline agli antipodi come il nuoto e la ginnastica artistica si sono dimostrate capaci di grandi imprese. La “Divina” è riuscita a realizzare un record speciale: è stata l’unica atleta nella storia ad aver partecipato a 5 finali olimpiche, trasformandosi così da Divina a “Eterna”.

A proposito di nuoto, non bisogna dimenticare Paltrinieri, colui che “ha vinto con il cuore” e non si è lasciato abbattere dalla mononucleosi che lo ha colpito un mese prima delle gare. Il nipote di Nettuno ha portato a casa due medaglie e la testimonianza vivente che non bisogna mai arrendersi alle difficoltà.

Non è da meno Vanessa Ferrari, colei che la leggendaria ginnasta rumena Nadia Comaneci ha denominato “guerriera”. La Fata, questa volta, ha incantato davvero. Nonostante infatti abbia subito 5 infortuni durante la sua carriera, la trentenne lombarda non ha mai smesso di lottare per i propri sogni: in questa edizione dei Giochi ha conquistato l’argento nella gara individuale di corpo libero.

Dulcis in fundo come non ricordare le Farfalle della ginnastica ritmica che hanno chiuso la quadratura del cerchio ‘olimpico’ portando in dote la quarantesima e ultima, in ordine cronologico, medaglia olimpica azzurra.

Giochi Olimpici conclusi e vittoria record Italia
Luigi Busà (Instagram @luigibusa1)

Giochi Olimpici come riscatto di un anno difficile

Gli ori arrivano in diverse discipline, da parte di singoli e squadre. Dal taekondoo al ciclismo, dalla vela al canottaggio. Ma un altro grande simbolo di questa Olimpiade, dal sapore di riscatto, è stato Luigi Busà, oro nel karate. Indimenticabile la esultanza sul podio alla consegna del meritato premio: tra saltelli, l’inno cantato a squarciagola e le mani battute ripetutamente sul petto a ribadire con forza, se ce ne fosse bisogno, l’orgoglio di essere italiano.

Non è stato sicuramente facile per nessuno degli atleti dover partecipare a quest’edizione dei Giochi. Rimandare di un anno l’evento, le difficoltà durante il primo lockdown, gli atleti colpiti dal Covid-19 e molto altro hanno reso l’impresa più ardua rispetto alle edizioni precedenti.

Ancora una volta però, lo sport ha dato un grande insegnamento: per realizzare i propri sogni bisogna avere costanza e perseveranza. La pratica incessante e l’entusiasmo sono la ricetta vincente per diventare un vero campione.

Manuela Pilloni

Laureata in Nuove Tecnologie dell'Arte, Teatro Fisico e Digital Marketing. Da sempre interessata alla comunicazione in ogni sua sfaccettatura, lavoro come Web Content Editor.

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