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Il rientro al lavoro dopo la maternità: dai vantaggi ai sensi di colpa

La maternità è uno di quei momenti unici nella vita che comporta tanta gioia quanta fatica. E questo molte mamme lo potranno confermare. Ma c’è un’altra fatica che molte di queste si trovano a dover affrontare a pochi mesi dalla nascita del neonato: il ritorno al lavoro dopo la maternità.

Rientrare a lavoro dopo la gravidanza è un momento complesso e delicato nella vita di ogni madre che lavora ed è difficile non solo riuscire a gestire e a conciliare nuovamente la propria vita privata con quella lavorativa, ma vi è anche un distacco non da poco con la nuova creatura.

Come per ogni altro argomento, vi sono opinioni contrastanti in merito. Infatti se da un lato vi è chi è contenta di rientrare subito al lavoro, dall’altro vi è invece chi prova un fortissimo senso di colpa (e talvolta rabbia e frustrazione) nel dover lasciare il proprio figlio. Da premettere che nessuna madre dovrebbe sentirsi giudicata ed additata, come purtroppo spesso accade, per le sue decisioni di voler rientrare velocemente al lavoro o meno. In quanto siamo tutti individui unici e ognuno di noi ha il diritto di avere le sue motivazioni.

Ad ogni modo, la maggioranza di queste madri si sente combattuta tra il dispiacere di lasciare il suo bambino e la necessità di mantenere il proprio lavoro per portare avanti la carriera professionale o per necessità economica. Non esiste una scelta “giusta o sbagliata”, ma di una decisione del tutto personale e che va vissuta in quanto tale.

Per tale motivo gli esperti spiegano quanto sia importante per queste donne trovare il giusto equilibrio tra vita privata e lavoro, perché può essere un rientro molto difficile sotto vari aspetti sia dal punto di vista emotivo che organizzativo (la stanchezza, l’allattamento, l’accudimento del neonato, lo stress da rientro al lavoro, il senso di colpa per l’assenza e “l’abbandono” del bambino, etc).

I consigli degli esperti per affrontare il rientro al lavoro

La mancanza di esperienza così come l’emotività, soprattutto alla nascita del primo figlio, possono essere motivo di grande preoccupazione per il rientro al lavoro di una madre. I neo-genitori specialmente tendono a chiedersi come reagirà il bambino alla loro assenza e chi si occuperà del neonato durante le ore lavorative.

Spesso lo si può lasciare ai familiari più stretti e fidati, ma non sempre questo è possibile e ci si deve affidare alle cure di una persona esterna e sconosciuta oppure alla scelta di un asilo nido. Si tratta di un passaggio importante e carico di emozioni per ogni mamma, che dovrà riuscire a sviluppare un’indispensabile forma di fiducia verso le persone incaricate dell’accudimento del neonato, tale da permettere loro di uscire di casa senza né angoscia né sensi di colpa.

Gli esperti suggeriscono alcuni consigli per poter facilitare il distacco tra mamma e bambino e scoprendo i vantaggi del rientro al lavoro:

Il distacco

Non deve avvenire in modo furtivo o senza che il piccolo se ne accorga, è indispensabile organizzare la separazione aiutando il bambino a familiarizzare con la persona che se ne prenderà cura (come una baby sitter), ma anche con l’ambiente in cui questo entrerà in contatto e con gli altri bambini (nel caso di asilo nido). Rientrando al lavoro la prima cosa da fare è quindi quella di cominciare con lo stabilire chi potrebbe accudire il proprio bambino durante l’orario di lavoro (familiari, parenti, amici, baby sitter, asilo nido).

L’allattamento

Un aspetto importante che va organizzato a prescindere. Il bambino dovrà imparare ed abituarsi con un po’ di anticipo a bere dal biberon: nel caso di familiari o baby sitter si lascerà loro latte in abbondanza e istruzioni dettagliate, in caso di asilo nido è importante accordarsi in anticipo sulle modalità e la conservazione del latte materno. Molte madri trovano inoltre utile approfittare di pause regolari al lavoro per l’estrazione del latte (portandosi appresso un tiralatte), molte sostengono essere una pausa che viene in aiuto anche contro lo stress del momento. È comunque bene sapere che si possono chiedere dei permessi per allattamento per tutto il primo anno di vita del bambino.

Lo spazio

La mamma rientrando al lavoro avrebbe l’opportunità di recuperare i propri spazi. Un figlio porta molta gioia, ma assorbe molte energie sia fisiche che mentali, soprattutto un neonato, quindi sarebbe un’opportunità per la mamma sia per avere un momento di distrazione sia perché tornerebbe ad avere relazioni sociali con altri adulti.

Il ricongiungimento

Come la separazione, anche il ricongiungimento merita attenzione. Non occorrono giochi e regali per farsi perdonare dell’assenza, l’affetto sarà il valore più grande. Con il tempo la mamma maturerà l’idea che il bambino può stare bene anche senza di lei, così come questo imparerà anche a stare con altre persone.

È però importante ricordare che vi è l’eventualità di poter chiedere un ulteriore congedo di maternità facoltativa, in modo da poter prendere ancora un altro periodo e cercare soluzioni per il futuro. Le condizioni del rientro dipendono anche dal tipo di lavoro che si svolge.

Nel caso invece di lavoro in smart working, ci si potrà organizzare diversamente ed ottenere un aiuto a casa durante l’orario di lavoro. Ma al di là degli aspetti normativi, il rientro al lavoro ha soprattutto implicazioni di natura psicologica, quindi gli esperti spiegano l’importanza di capire quale sia il momento giusto per riprendere gradualmente la propria routine, senza vergognarsi di chiedere aiuto in caso di necessità.

Gravidanza

Consigli per liberarsi dal senso di colpa del rientro al lavoro

Esperti psicoterapeuti spiegano quanto sia importante per una neo-mamma rientrare gradualmente al lavoro e riprendere la routine precedente.

La maggior parte delle mamme vive il rientro al lavoro ed il distacco dal proprio bambino come un periodo difficile e stressante, sotto ogni punto di vista. E per vivere con più serenità questo momento, senza sensi di colpa, gli esperti forniscono alcuni consigli utili:

  • Non chiudersi in casa nei primi mesi di vita con il neonato. La quotidianità con un bambino tra le mura domestiche può diventare “pesante”, quindi già nei primi tempi anche una semplice passeggiata è utile per arginare il senso di isolamento che spesso opprime le mamme. Altrettanto utile è incontrarsi con altre mamme con bimbi piccoli e condividere dubbi e vissuti simili.
  • Darsi tempo per decidere a chi lasciare il bambino al rientro al lavoro. La fiducia porta più tranquillità nella mamma, questo può quindi essere di grande aiuto nel rientrare al lavoro nel modo più sereno possibile. È molto importante non avere ansie e dubbi sulla scelta compiuta, inoltre, anche se molto piccolo, il bambino percepisce lo stato d’animo della mamma e può coglierne le sue certezze ed i timori.
  • Aver fiducia nelle capacità di adattamento del neonato. Molto importante è anche considerare la situazione da un’altra prospettiva: ogni bambino ha buone capacità di adattamento ed è quindi in grado di adattarsi ai cambiamenti. Inoltre ai bambini serve fare esperienza, allargare le relazioni ed arricchire il proprio mondo oltre al rapporto madre-figlio. Ma un nuovo adulto di fiducia, specialmente se esterno (come una baby sitter), deve entrare gradualmente nella vita del bambino, in quanto deve sentirsi completamente a suo agio.
  • Imparare a delegare. Non è possibile riuscire a fare sempre tutto da sole, occorre imparare a delegare, soprattutto perché essere mamma può risultare spesso stancante e faticoso. Così facendo ci si potrà riappropriare di un po’ di tempo per se stesse, senza sensi di colpa. È un aspetto fondamentale e che non andrebbe sottovalutato.
  • Rientrare al lavoro in modo graduale. È un aspetto importante, se le condizioni lo permettono. Molto utile sarebbe riprendere con un part time e aumentare l’orario di lavoro di volta in volta, questo renderebbe il distacco meno doloroso. Ma, soprattutto, il rientro al lavoro non va vissuto come una rinuncia al ruolo materno, va accettato il fatto che la mamma non potrà avere tutto sotto controllo essendo fisicamente lontana.

I ritmi così frenetici della società odierna alimentano stanchezza e senso di inadempienza ed una madre che lavora e cerca di conciliare questo aspetto con la vita privata prova un forte senso di colpa nel lasciare che qualcun altro si occupi del proprio bambino al posto suo.

Probabilmente non ci sarà un tempo adatto per il rientro al lavoro, o comunque non sarà condiviso da ogni mamma, anche perché molto dipenderà anche dal tipo di lavoro che si svolge e se questo piace o se lo si prosegue principalmente per necessità. Tutte questioni comprensibili, ma gli esperti spiegano che per affrontare il senso di colpa dovuto dal distacco è altresì importante accettare il cambiamento.

In altre parole, la mamma che rientra al lavoro deve prendere coscienza che a volte le cose vanno in modo diverso da come si era pianificato, dovrà inoltre maturare un atteggiamento non giudicante verso se stessa e lasciar andare l’idea di poter controllare tutto.

Gravidanza
(Pexels @Sarah Chai)

Conclusioni

Ogni nuova situazione spesso richiede un po’ di tempo per ambientarsi e questo vale anche per le mamme che rientrano al lavoro dopo la maternità. Alcune statistiche hanno rilevato che le neo-mamme impiegano almeno 6 mesi per riadattarsi dopo essere tornate al lavoro e la maggior parte di queste afferma di percepire il proprio posto di lavoro “diverso” rispetto a prima.

Non è facile per molte mamme lasciare che qualcuno accudisca il proprio bambino, specialmente se lo si lascia nelle ore di lavoro a persone che non sono di famiglia o completamente fidate.

È importante prendersi il proprio tempo per cercare di pianificare il rientro al lavoro, così come è importante riuscire a conciliare questo con la vita privata, riappropriandosi di un po’ di spazio per se stesse senza provare né vergogna né sensi di colpa.

Gli esperti suggeriscono di imparare a delegare fin da subito in caso di necessità ed eventualmente ricorrere ad un aiuto da un professionista esperto qualora non ci si sentisse in grado di affrontare varie situazioni.

Valeria Glaray

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Valeria Glaray

Laureata in Servizio Sociale ed iscritta alla sezione B dell’Albo degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte. Ha un particolare interesse per gli argomenti relativi alla psicologia motivazionale e per le pratiche terapeutiche di medicina complementare ed alternativa. Amante degli animali e della natura.

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