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Bambini al “guinzaglio”: favorevoli o contrari?

Il guinzaglio per i bambini è uno di quegli strumenti che continuano a dividere l’opinione pubblica, sollevando e scatenando dibattiti e giudizi. Se da un lato vi è chi lo considera un oggetto di grande aiuto, in quanto permette di impedire alcune brutte cadute ai bambini quando iniziano a camminare e permette a questi di non allontanarsi dai genitori e perdersi, dall’altro lato vi è chi si indigna e disapprova che un genitore possa usare uno strumento simile per limitare i movimenti del proprio figlio.

Ma cosa sono questi “guinzagli”? In realtà il termine preciso sarebbe “redinelle” e sono delle bretelle che cingono il petto dei bambini e sono dotate di un laccio abbastanza lungo che permette ai genitori di sostenerli dalla schiena. In commercio, ad oggi, ne esistono di diverse tipologie di queste redinelle, anche a forma di zainetto.

Secondo molti individui queste bretelle sono uno strumento utile se utilizzato bene, perché permetterebbe al bambino di camminare in sicurezza durante i suoi primi passi. Il laccio dovrebbe essere mantenuto morbido e non tirato, in modo che il piccolo non senta di essere sostenuto e sia così libero di muoversi come e dove vuole.

Queste redinelle sembrano essere considerate molto utili da molti adulti anche perché consentono ai genitori di reagire velocemente non appena il bambino è in procinto di cadere. Ciò non significa che tale oggetto va a sostituire l’attenzione dei genitori, ma che dovrebbe aiutarli ulteriormente nell’incolumità del bambino, evitandogli il rischio di urtare degli oggetti oppure di salvaguardarlo in situazioni di maggior pericolo, come per strada o in vie più dissestate.

Molti però vedono questo guinzaglio come uno strumento che trattiene, tira, strattona il bambino e che gli impedisce di muoversi liberamente, provocandogli un impatto negativo in termini di autodeterminazione, di equilibrio e nella valutazione del pericolo.

Inoltre sembrano esserci una serie di fattori importanti nell’utilizzo del guinzaglio che possono influire sia sulla salute fisica che su quella psicologica del bambino. Vediamo cosa ne pensano anche alcuni professionisti.

I pareri degli esperti sulle “redinelle”

Secondo la maggior parte di pediatri e pedagogisti, le redinelle sono state pensate per gli adulti e non per i bambini e, per tale motivo, ne sconsigliano il loro utilizzo spiegando al meglio le tre aree su cui queste hanno un maggiore impatto:

  • Sicurezza del bambino nei luoghi affollati. In questi luoghi il bambino può sentirsi disorientato ed oppresso dai tanti corpi vicini e ciò di cui necessita è proprio il contatto con il genitore. Senza considerare il fatto che le redinelle limitano la necessaria scioltezza nei movimenti sia del bambino che del genitore nelle eventuali situazioni di panico: la folla cammina in maniera disordinata e in caso di un allarme improvviso queste risulterebbero solo un ostacolo, per chiunque.
  • Postura corretta. Un altro punto a sfavore delle redinelle, perché queste non forniscono alcun tipo di sostegno posturale al bambino dal momento che si tratta di una semplice corda o di due lunghe bretelle. Queste rappresentano una sorta di ausilio per agevolare la schiena del genitore e non un vero e proprio sostegno per il bambino stesso, che potrebbe inoltre essere impedito nel trovare autonomamente il proprio equilibrio.
  • Contatto parentale. Imparare a camminare significa acquisire fiducia in se stessi e percepire il genitore come un supporto fidato e vicino, non come qualcosa di freddo e distaccato. È importante che il bambino senta il contatto con i propri genitori e sapere che la loro mano è lì per stringerla e a guidarli nel cammino è un gesto che racchiude in sé protezione ed affetto.

Alcuni di questi operatori, però, affermano che le redinelle possono essere utilizzate ma solo se con buon senso e solo in specifiche situazioni. Ad esempio, se il genitore si trova a dover gestire da solo il bambino in un luogo affollato o pericoloso (come una strada senza passaggi pedonali o una stazione ferroviaria) e si ha la necessità di “mantenere un filo” col proprio bambino, specie se le mani sono già occupate (ad esempio da valigie o da borse della spesa), permettendo così più serenità e sicurezza al genitore e dando al bambino una maggiore libertà di movimento rispetto ad altri ausili (come il passeggino).

Questi esperti affermano che le redinelle possono quindi essere d’aiuto in casi ben selezionati, ma al tempo stesso i bambini devono imparare sin da piccoli a dare la mano quando si esce di casa, stare attenti e valutare le situazioni di rischio e pericolo della strada.

Ma vi sono altre figure professionali che approvano questi strumenti, come ad esempio Rebecca Onion, una giornalista che scrisse un articolo in difesa del “guinzaglio per i bambini” su “Slate”, una rivista online che si occupa di attualità, politica e cultura negli Stati Uniti. Ella, infatti, scrisse che le redinelle consentono ai bambini di esplorare il mondo con maggiore sicurezza e che molti non lo usano solo per il terrore di essere considerati dei cattivi genitori.

La Onion riportò questa considerazione a favore delle redinelle a causa di una sua esperienza, in cui la figlia di 3 anni – una bambina tranquilla ed ubbidiente – un giorno fu attirata da un banco di dolciumi e si lanciò in mezzo alla folla per raggiungerlo. Fortunatamente non accadde nulla di spiacevole, ma la Onion si spaventò molto, immaginando cosa sarebbe potuto succedere se si fossero trovate in una zona trafficata e pericolosa. Fece così delle ricerche e scoprì su un forum di genitori che molti di questi utilizzavano le redinelle in aiuto (vi erano madri che faticavano a riprendersi dal parto di un altro figlio, altre che avevano problemi di salute e, altre ancora, che dovevano seguire figli con disturbi dell’attenzione).

Secondo alcune ricerche, condotte dalla stessa Onion, questi “guinzagli” esistevano già in passato: nel 1939 vi erano delle copertine di riviste che raffiguravano l’immagine di bambini al guinzaglio (come la rivista femminile “Woman’s Home Companion”) e nel 1973 si diceva che l’uso del passeggino era sicuro ma che intorpidiva il bambino, quindi alcuni genitori preferivano un’imbracatura più comoda per i bambini per andare a fare compere o a camminare (come nell’edizione di “Baby and Child Care“ del dottor Benjamin Spock, uno dei manuali sui metodi educativi dell’infanzia più venduti del Novecento).

Infine si arrivò a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, dove l’opinione pubblica cambiò: alcuni genitori si sentirono accusati di trattare i figli come cani a causa del guinzaglio e così questo venne condannato definitivamente.

I pro e i contro degli adulti sul “guinzaglio per bambini”

Molti genitori scelgono di avvalersi dell’aiuto delle redinelle, in quanto le considerano uno strumento che agevolerebbe sia il bambino quanto il genitore stesso durante le primissime fasi di deambulazione del piccolo, quando questo inizia a muovere i suoi primi passi in posizione eretta, e che, una volta cresciuto, gli impedirebbe di allontanarsi in situazioni potenzialmente pericolose (perdersi in luoghi affollati, etc).

Un bambino che inizia a camminare necessita di un adulto al suo fianco, che con la schiena flessa lo tenga per mano sostenendolo nei suoi primi passi, dunque le redinelle permetterebbero all’adulto di non abbassarsi eccessivamente e troppo di frequente. Quindi si tratterebbe di un valido aiuto, specialmente in caso di mal di schiena.

Inoltre i bambini spesso si allontanano inavvertitamente dai genitori e rischiano di perdersi, per tale motivo molti collegano questo strumento anche alla sicurezza.

Per quanto riguarda invece i contro, questi arrivano soprattutto dal settore pediatrico e da quello pedagogico, i quali ne sottolineano soprattutto l’impatto psicologico del bambino. Secondo queste figure professionali con questo guinzaglio:

  • Si crea una separazione tra genitore e figlio, minandone il sentimento di fiducia (tale rapporto verrebbe visto come una vera e propria distanza a livello fisico, emotivo, motivazionale ed educativo);
  • si perde il contatto fisico delle mani del bambino che si aggrappano a quelle del genitore (in questo modo si perdono il calore fisico tra le due persone e anche la spinta motivazionale);
  • il bambino potrebbe risentirne anche dal punto di vista posturale (è sconsigliato dal punto di vista ortopedico).

Conclusioni

Il tema sul “guinzaglio” (o redinelle) per bambini è molto dibattuto ed è causa scatenante di molti giudizi verso i genitori che utilizzano questo strumento con i propri figli.

Secondo alcune ricerche molti sono i commenti riguardanti le redinelle, dalle opinioni positive (riuscire a contenere e dirigere con prontezza il movimento del bambino; evitargli cadute traumatiche e brutte ferite; evitare che scappi da una parte all’altra in luoghi affollati; essere un adulto solo con due o più bambini vivaci da guardare contemporaneamente; bambini che si liberano sempre dalla mano del genitore in mezzo alla strada) a quelle negative (il rifiuto del bambino di indossare le redinelle o la difficoltà nel loro utilizzo; strumento che rappresenta solo un ausilio per salvaguardare la schiena del genitore e non del bambino; la crudeltà nel tenere un bambino al guinzaglio come un animale).

Nel nostro Paese i genitori sembrano storcere il naso e provare un senso di indignazione di fronte all’eventualità di acquistare un guinzaglio per il proprio bambino, mentre all’estero questi sembrano essere strumenti molto diffusi, in quanto vengono considerati come degli ausili per accudire al meglio i propri bambini durante la loro esplorazione del mondo.

L’unica cosa certa è che i genitori a favore delle redinelle vengono spesso condannati da quelli contrari a questo strumento e, quindi, molti di quelli favorevoli non le utilizzano per il timore di venire giudicati.

Valeria Glaray

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Valeria Glaray

Laureata in Servizio Sociale ed iscritta alla sezione B dell’Albo degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte. Ha un particolare interesse per gli argomenti relativi alla psicologia motivazionale e per le pratiche terapeutiche di medicina complementare ed alternativa. Amante degli animali e della natura.

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