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Pediofobia, la paura delle bambole e dei burattini

E' una paura così irrazionale che chi ne soffre può non riuscire ad entrare in una stanza in cui si trova una bambola, un burattino o anche un manichino.

Una paura eccessiva ed irrazionale nei confronti delle bambole, questa è la pediofobia. Secondo alcune ricerche si tratta di un disturbo poco comune, incluso però nel gruppo delle fobie specifiche e che spesso ha origine nella fase infantile, ma possono soffrirne anche gli adulti.

Questa paura è così irrazionale che chi ne soffre può non riuscire ad entrare in una stanza in cui si trova una bambola, un burattino o anche un manichino.

Talvolta capita che un bambino, nell’osservare una bambola, possa provare un senso di inquietudine, piangere e tentare di nasconderla. Alcuni sostengono che questa paura potrebbe derivare dal fatto che si tratti di giocattoli fin troppo realistici, con dettagli molto accurati, ma a spaventarli potrebbe essere l’immobilità dello sguardo, il fissare delle pupille, un sorriso particolare, se poi ci aggiungiamo dei suoni pre-registrati o dei movimenti meccanici, questi fattori potrebbero contribuire a voler prendere ancora di più le distanze da questi oggetti.

Per molti soggetti una piccola bambola o un pupazzetto possono anche essere associati alla stregoneria, mai sentito parlare della “Bambola Voodoo”? E quanti sono, ad oggi, i film facenti parte della categoria horror in cui le protagoniste sono proprio delle bambole? Basti pensare ad esempio a “La bambola assassina” del 1988, a “Saw – L’enigmista” del 2004, sino alla più recente “Annabelle” del 2014, bambole maligne che hanno trasmesso un certo timore ed uno stato di inquietudine ad un pubblico adulto.

La pediofobia sembra essere poco conosciuta, ma sono molti i soggetti che ne soffrono e la buona notizia è che si tratta di un disturbo risolvibile.

pediofobia
Chucky, in La bambola assassina

Quali sono i sintomi e le cause della pediofobia?

Come per qualsiasi altra fobia (agorafobia, aracnofobia, ofidiofobia, amaxofobia, etc.), le risposte comportamentali variano in base al soggetto, c’è infatti chi davanti alla propria paura più grande rimane paralizzato dallo spavento e chi invece tenta la fuga il più velocemente possibile. Quindi è tutto soggettivo e personale.

Per chi soffre di pediofobia, una qualsiasi bambola potrebbe portare, nei casi più gravi, ad avere dei veri e propri attacchi di ansia e di panico.

Ma i sintomi più comuni tra i pediofobici risultano essere: tachicardia, respirazione accelerata, tremore, brividi, angoscia, sudorazione, dolore al petto e senso di soffocamento. I bambini potrebbero inoltre urlare e fare i capricci aggrappandosi ad un genitore o ad un adulto fidato, in questi casi alcuni psicoterapeuti consigliano di non forzare il bambino a giocare con le bambole, ma di lasciare che il tutto possa risolversi col tempo.

Per quanto riguarda invece le cause che possono scatenare questa fobia, una risposta esatta non esiste, ma in genere è innescata da un evento traumatico.

Nei bambini le cause potrebbero essere molte, per fare alcuni esempi: potrebbe bastare il vedere una bambola con un occhio tagliato a metà, oppure vedere una scena in televisione in cui una bambola è stata deformata (qualcosa di simile sembra essere presente nel film d’animazione Toy Story), o semplicemente vedere una bambola con un’espressione che potrebbe turbare il bambino.

Vi sono dei bambini che si spaventano anche nel trovarsi di fronte ai propri personaggi televisivi preferiti, vedendoli delle dimensioni di una persona adulta alcuni sembrano provare un senso di inquietudine e cominciano a guardarli con occhi diversi, quasi come dei nemici (come nei parchi divertimento). Così come ci sono dei bambini convinti che alcune bambole abbiano il potere di prendere vita durante la notte o nelle ore dedicate al riposino; una fobia che in alcuni casi persiste fino all’età adulta.

Per quanto riguarda invece gli adulti, per alcuni una sembianza umana così eccessiva su di una bambola susciterebbe in loro un senso di repulsione e turbamento, ma nella maggioranza dei casi questi hanno vissuto un trauma ai tempi dell’infanzia come quelli sopra citati e nonostante con l’età abbiano preso consapevolezza che si tratta di una paura infondata, non riescono a superarla completamente.

La “bambola-ragno“, una scena del film d’animazione Toy Story

Conclusioni

Fobie specifiche come la pediofobia possono essere spaventose e limitanti per il soggetto che ne soffre, la fortuna è che si tratta di una fobia curabile.

Secondo alcuni studi sembra che le pratiche più utilizzate per combattere la pediofobia siano l’ipnosi, la terapia comportamentale cognitiva e la desensibilizzazione alle bambole. Le prime due aiutano a razionalizzare i pensieri che provocano paura, aiutando il soggetto a comprenderne la vera origine, mentre l’ultima pratica consiste nell’esporre la persona pediofobica a varie bambole, in modo graduale, fino ad arrivare a quelle a lei più temute.

Inoltre vi sono dei casi in cui la terapia consiste nell’uso di farmaci da prescrizione, ovvero di farmaci contro l’ansia e antidepressivi che aiutino l’individuo ad alleviare i sintomi; sempre dietro le istruzioni del proprio medico.

In caso di pediofobia sarebbe utile rivolgersi ad uno specialista, in modo da migliorarne i sintomi e riuscire a superare questa paura irrazionale verso ogni tipo di bambola, pupazzo o manichino.

Valeria Glaray

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Valeria Glaray

Laureata in Servizio Sociale ed iscritta alla sezione B dell’Albo degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte. Ha un particolare interesse per gli argomenti relativi alla psicologia motivazionale e per le pratiche terapeutiche di medicina complementare ed alternativa. Amante degli animali e della natura.

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